Prosegue la caccia all’uomo in Turchia: fermate otto persone
ROMA – L’Isis ha rivendicato l’attentato compiuto la notte di San Silvestro in una discoteca di Istanbul, in Turchia, nel quale sono morte almeno 39 persone.
Attraverso la sua agenzia Amaq, lo Stato Islamico ha rivendicato la strage avvenuta nel quartiere Besiktas in un comunicato diffuso in arabo e in turco.
È la prima volta che i miliziani del Califfato Nero utilizzano anche un’altra lingua per i propri proclami. L’Isis nel testo diffuso attacca la Turchia definita «serva della croce».
L’attacco di Istanbul sarebbe stato compiuto «in continuità con le benedette operazioni che lo Stato Islamico sta conducendo contro il protettore della croce, la Turchia. Un eroico soldato del califfato ha colpito uno dei più famosi nightclub dove i Cristiani celebrano la loro festa apostatica» si legge.
L’Isis, nel messaggio, assicura che colpirà ancora e che l’autore dell’attentato ha agito su ordine del Califfo, Abu Bakr al Baghdadi.
Intanto la polizia turca ha fermato oggi otto persone sospettate di essere coinvolte nell’attacco alla discoteca di Istanbul. Gli investigatori stanno seguendo la pista caucasica.
Come riportano i media turchi, l’autore della strage, datosi alla fuga e ricercato da ore, potrebbe essere originario dell’Uzbekistan o Kyrgyzstan.
Sono però ancora molti punti da chiarire su quanto avvenuto la notte di Capodanno. Diversi testimoni hanno riferito infatti che a sparare con il kalashnikov non sarebbe stata una sola persona, ma almeno tre. Ipotesi che finora le autorità turche hanno categoricamente escluso.
L’unica certezza, per ora, è che sono state identificate 38 vittime, e 25 sono stranieri tra cui israeliani e sauditi. Si sono salvati invece per miracolo alcuni italiani che erano all’interno del locale e che hanno assistito impotenti alla mattanza del killer.