L’allarme lanciato da Coldiretti: verdure bruciate dal gelo, costi su del 200%
ROMA – Il maltempo che ha colpito il Centrosud ha messo in ginocchio la produzione agricola in diverse regioni e ora i consumatori rischiano di pagare un conto salato.
Come denuncia la Coldiretti con i prezzi degli ortaggi che aumentano in media del 200% dal campo alla tavola è allarme speculazioni.
È proprio dal Mezzogiorno, colpito dall’ondata di gelo, che provengono gran parte degli ortaggi “Made in Italy” che finiscono sugli scaffali.
Nei campi si contano danni incalcolabili. Dalla Puglia alla Basilicata, dalle Marche al Lazio, dall’Abruzzo al Molise, dalla Sicilia alla Calabria sono salite oggi a decine di migliaia le aziende agricole che hanno perso le produzioni di ortaggi invernali prossimi alla raccolta.
Le piantine di carciofi, ma anche di rape, cavolfiori, cicorie, finocchi e scarole, sono bruciate per effetto del gelo. Gravi danni anche negli agrumeti e nei vigneti di uva da tavola.
«Oltre alle verdure pronte per la raccolta, si contano serre danneggiate o distrutte sotto il peso della neve. Inoltre sono decine gli animali morti, dispersi e senz’acqua perché sono gelate le condutture» aggiunge l’associazione.
Molte aziende e stalle sono isolate a causa delle abbondanti nevicate e non riescono a consegnare il latte quotidiano e gli ortaggi.
«Il risultato – spiega la Coldiretti – è che sono crollate del 70% le consegne dalla Puglia di ortaggi. Sia perché bruciati in campo sia perché i mezzi non possono ancora circolare liberamente per rifornire adeguatamente i mercati italiani».
«Alcune referenzenon sono più presenti nei banchi dei mercati all’ingrosso. In quelli del dettaglio le disponibilità sono ridotte ai minimi termini, dai finocchi ai carciofi, dai cavoli alle zucchine» afferma la Coldiretti.
Inevitabili i riflessi sui prezzi, che schizzano alle stelle. Secondo le rilevazioni del Centro ortofrutticolo di Roma, tra gli aumenti più pesanti rispetto alla stessa settimana dello scorso anno spiccano il +350% delle bietole. Ma si registra anche il +233% dei cipollotti, il +225% degli spinaci, il +170% della lattuga, il 157% delle zucche, il 150% dei cavoli.
«Alcuni prodotti però – avverte la Coldiretti – sono già raccolti da tempo come mele, pere e kiwi. Non sono dunque giustificabili eventuali rincari. Rialzi alla produzione dovuti all’aumento dei costi di riscaldamento delle serre o alla ridotta disponibilità di alcuni prodotti orticoli danneggiati dalle gelate non possono essere un alibi per speculazioni che danneggiano i produttori agricoli e i consumatori».
«Occorre anche evitare che vengano spacciati prodotti stranieri come nazionali per giustificare aumenti non dovuti» conclude l’associazione.
Per questo di fronte alle trappole del mercato in agguato, per fare acquisti di qualità al giusto prezzo la Coldiretti ha elaborato un vademecum per la frutta e verdura.
Il consiglio è di verificare l’origine nazionale per essere sicuri della stagionalità. Meglio anche preferire le produzioni locali che non sono soggette a lunghi trasporto e privilegiare gli acquisti diretti dagli agricoltori.
Un modo per aiutare in un momento di difficoltà l’agricoltura di vaste aree del Paese. Al riguardo è positivo l’avvio delle procedure per la dichiarazione dello stato di calamità annunciato dalle regioni e dal Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina.