Gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle rientrano nell’EFDD
ROMA – Il valzer dei cinquestelle al Parlamento Europeo si conclude con il ritorno del Movimento di Beppe Grillo nella “casa” dell’EFDD.
Dopo aver incassato il no dell’ALDE (Alliance of Liberals and Democrats of Europe), gli eurodeputati pentastellati rientrano dunque nel gruppo dell’Europe of Freedom and Direct Democracy.
Il divorzio dal gruppo degli euroscettici dell’EFDD e dall’Ukip di Nigel Farage era stato sancito dal voto on line. La consultazione aveva visto la vittoria dei favorevoli al passaggio del Movimento 5 Stelle all’ALDE (31.914 pari al 78,5%).
In 6.444 avevano votato per la permanenza nell’EFDD e 2.296 per confluire nei non iscritti.
La doccia fredda per Grillo era arrivata, poche ore dopo la chiusura della consultazione web dal capogruppo degli europeisti dell’ALDE, Guy Verhofstadt.
L’ex premier belga aveva chiuso le porte ai cinquestelle per l’impossibilità di «portare avanti un’agenda comune e divergenze fondamentali sulle questioni chiave dell’Europa».
Alla dura risposta degli eurodeputati pentastellati nei confronti dell’ALDE, ha fatto seguito il chiarimento tra i vertici del Movimento e Farage, presidente dell’EFDD.
L’annuncio di Grillo: rinnovato l’accordo con Farage
«Io e Davide Casaleggio abbiamo avuto una Skype call con Nigel Farage, ex leader della delegazione inglese Ukip e presidente del gruppo Efdd. Abbiamo rinnovato l’accordo, rinunciando alla carica della co-presidenza che fino ad oggi è stata occupata da David Borrelli» ha scritto Grillo in un post pubblicato sul suo blog.
Il leader pentastellato ha ripercorso le fasi concitate di questi ultimi giorni. «Fallito l’accordo con il gruppo ALDE, abbiamo rispettato la volontà espressa dalla rete applicando la seconda scelta più votata dai certificati: rimanere nel gruppo Efdd. Smentiamo le false informazioni che circolano da ieri: le carte fatte circolare non ci appartengono, non abbiamo firmato nessun contratto, si tratta di un elenco di punti comuni e di contrasto» si legge ancora.
«Dopo i risultati della votazione è scoppiato il caso mediatico. Un intero sistema ha tremato. Verhostadt, che oggi si propone come negoziatore per la Brexit dovrebbe solo vergognarsi, perché da meschino si è piegato alle pressioni dell’establishment» prosegue Grillo.
«“In Europa per l’Italia” era il nostro slogan per le elezioni del 2014, il nostro programma non cambia di una virgola e non sarebbe cambiato con l’ingresso in un altro gruppo. Dispiace per quei pochi portavoce, che probabilmente non sanno come funziona il Parlamento Europeo, che hanno parlato di “cercare di entrare nell’establishment”. David Borrelli, che ringrazio, ha portato avanti una trattativa per cercare di rendere più efficace la realizzazione del nostro programma, che continueremo a portare avanti in EFDD» conclude il leader del M5s.