Sul palco del Rendano di Cosenza sabato 14 gennaio e domenica il ritorno della stagione tatrale 2016-2017 a cura dell’Altro Teatro.
Natale in casa Cupiello è un evento patrocinato dall’amministrazione comunale di Cosenza e organizzato da un gruppo di operatori del mondo dello spettacolo locale: Enzo Noce, Giuseppe Citrigno e Gianluigi Fabiano.
Sul palco del Teatro A. Rendano 14 appuntamenti all’insegna del divertimento e del puro spettacolo. Prosa, commedie e tanta musica questi gli ingredienti del cartellone de “L’AltroTeatro”.
In scena Luigi De Filippo protagonista del capolavoro di Edoardo “Natale in casa Cupiello”
“Natale in casa Cupiello” Una commedia radicata nella tradizione del teatro umoristico della Compagnia dei fratelli De Filippo che si apre ad un’interpretazione più moderna e al passo con i tempi. È il ‘Natale in Casa Cupiello’ secondo Luigi De Filippo che ‘spolvera’ l’indimenticabile presepe, portando in scena una recitazione con ritmi più serrati.
È la prima volta in assoluto che un De Filippo si misura, dopo Edoardo che la scrisse, diresse e interpretò, con la commedia che debuttò al Teatro Kursaal di Napoli nel 1931. De Filippo ha scelto “questa commedia commovente e divertente perché è tra i primi capolavori scritti da Edoardo in età giovanile.
Ci sono tutti i semi che hanno fruttato il teatro umoristico”. Con ‘Natale in casa Cupiello’, sottolinea De Filippo “Edoardo assolve in pieno il compito di comunicare le emozioni. La commedia è un esempio di come Edoardo sia uscito dai confini di Napoli diventando un autore universale”. Il desiderio di interpretare uno dei capolavori di Edoardo per Luigi De Filippo è un po’ come un ritorno a casa: “Sono stato portabandiera del teatro umoristico di De Filippo: ho sempre creduto – dice – che il teatro di grande tradizione sia quello che il pubblico preferisce. D’altra parte, la funzione del teatro è quella di comunicare belle emozioni. E’ la noia che lo distrugge. Bisogna interessare il pubblico, cosa che il teatro di grande tradizione riesce ad ottenere”.
Commedia giovanile concepita nel 1931 fra le due grandi guerre come atto unico, assunse la definitiva stesura dei tre atti negli anni seguenti. La storia è nota. Luca Cupiello è un uomo solitario, semplice, mite, un po’ scorbutico, avanti negli anni. Vive insieme alla moglie Concetta, donna di casa tuttofare, apprensiva e brontolona, al figlio Tommasino, fannullone e mano lesta, pupone di mamma, con un disinteresse verso il presepe che è quasi avversione, e al fratello Pasqualino, uno scapolo indolente e parassita, a pensione sotto lo stesso tetto. L’altra figlia, Ninuccia, è sposata con Nicolino, rozzo uomo d’affari.
Il matrimonio è in crisi a causa delle incomprensioni e delle continue liti col marito che l’hanno ormai convinta ad abbandonare il tetto coniugale per l’amante Vittorio, un damerino a suo modo colto e raffinato. Luca appartiene al mondo della borghesia popolare che si accontenta di poco e non fa notizia. Per lui le tradizioni sono sacre e vanno rispettate senza troppe domande, contro ogni tentazione blasfema.
Il Natale è la madre di tutte le ricorrenze, è il simbolo della pace e della famiglia unita, come il presepe, icona della natività, è il rifugio dagli eccessi e dalla aggressività che si muove intorno a lui. È l’antivigilia della solennità più importante per un cristiano e attesa da ogni persona che invoca la serenità dello spirito.
Come tutti gli anni Luca è intento alla costruzione del suo passatempo preferito, si pensa al pranzo di Natale. I preparativi vengono interrotti e poi guastati dall’arrivo di Ninuccia che confida alla madre i propositi della separazione. Luca è escluso dal ‘cinguettio’ fra le due donne ma quando Concetta viene colta da malore e sviene, la lettera di addio che la giovane donna aveva indirizzato al marito viene persa e raccolta poi da Luca. All’oscuro del contenuto e del dramma familiare che si sta consumando, il poveruomo la consegna al genero, legittimo destinatario. È un disastro di Natale in cui accade tutto ciò che è contrario al messaggio evangelico.