L’associazione dei consumatori chiede di accertare se i motori diesel nel mirino siano stati venduti anche in Italia
ROMA – Il titolo Fiat Chrysler guadagna oggi il 3,6% a Piazza Affari dopo la discesa seguita alle accuse dell’Epa sulle emissioni truccate dei motori diesel.
L’agenzia americana per la protezione ambientale, nello specifico, accusa FCA di violazioni al “clean air act” atrraverso l’installazione in 104mila veicoli diesel di un software in grado di garantire maggiori emissioni.
FCA si è difesa subito dichiarandosi estranea dalla vicenda, che comunque sta avendo ripercussioni anche in Italia.
Il Codacons ha presentato oggi un esposto alla Procura della Repubblica di Torino sul caso delle emissioni di alcuni modelli di auto Fiat Chrysler.
«Crediamo sia necessario accertare se i motori diesel oggetto di contestazione da parte delle autorità statunitensi siano commercializzati anche in Italia, o se lo siano stati in passato» spiega il Codacons.
«Dalle dichiarazioni rilasciate da Sergio Marchionne sembra escludersi tale possibilità, ma nell’interesse degli automobilisti italiani crediamo sia doveroso aprire una indagine specifica. Ciò considerando che la quota di mercato delle auto FCA ha raggiunto in Italia il 28,94% nel 2016, e il solo marchio Jeep ha fatto segnare un incremento delle vendite del +35%» aggiunge l’associazione.
«Seguiremo l‘evolversi della vicenda e, se dovesse emergere il coinvolgimento del mercato italiano, siamo pronti ad assistere i proprietari di vetture FCA in eventuali azioni legali. Tra queste è compresa una class action, al pari di quanto già fatto dal Codacons per il caso Volkswagen» conclude il presidente, Carlo Rienzi.
Intanto lo scandalo, o presunto tale, potrebbe allargarsi e coinvolgere anche Renault. Secondo i media francesi la procura di Parigi ha aperto un’indagine sulla casa automobilistica. L’ipotesi di reato è la manomissione del sistema che regola le emissioni inquinanti sempre dei motori diesel.