Nel centenario della morte dell’artista futurista, una mostra ne celebra il talento con oltre 180 opere. Ne ho scelte 6 per raccontarla.
Ammirando le opere di Boccioni ci si chiede cosa altro avrebbe potuto donarci questo artista maestoso se la morte non lo avesse strappato via a soli trentaquattro anni, nell’agosto del 1916. Sono passati cento anni da quel giorno in cui perdemmo il padre del Futurismo per una banale caduta da cavallo.
L’uomo era scomparso ma le sue opere continuano a parlare ed emozionare.
Per questo il MART di Rovereto, nel centenario della morte ha allestito la mostra “Umberto Boccioni. Genio e memoria”, una grandiosa retrospettiva aperta fino al 19 febbraio 2017, curata da Francesca Rossi, con la collaborazione di Agostino Contò.
LA MOSTRA “BOCCIONI. GENIO E MEMORIA”
Oltre 180 opere (tra disegni, dipinti, sculture, incisioni ecc.), insieme a fotografie d’epoca, libri, riviste e documenti raccontano la storia dell’artista futurista, ripercorrendone le tappe fondamentali che ne hanno definito la poetica.
La mostra, che ha fatto tappa al Palazzo Reale Milano da marzo a luglio 2016, nelle sale del Mart acquista un valore diverso e di particolare intensità, grazie al dialogo che viene a crearsi tra le opere di Boccioni e quelle della collezione permanente del museo, che ospita importanti opere del Novecento italiano (De Chirico, Balla, Casorati, Depero, Morandi e Boccioni, appunto).
Il percorso espositvo al Mart non si sviluppa in senso cronologico ma per temi. In questo articolo però ho deciso di disporre le opere per data, in modo da raccontare la biografia dell’artista attraverso le sue opere.
Ne ho scelte sei per raccontarvi la mostra “Boccioni. Genio e Memoria”.
Il sogno Paolo e Francesca (1908 – 1909)
È un’opera importante perché è una splendida testimonianza dell’avvicinamento di Boccioni all’arte simbolista, avvenuta tra i 1908 e il 1910.
Umberto Boccioni nel 1907 si trasferisce infatti a Milano dove ha occasione di conoscere Gaetano Previati, artista già maturo e affermato. Le opere di Previati affascineranno il giovane Boccioni tanto da avvicinarlo alla poetica simbolista, manifestando al contempo già alcune tendenze che emergeranno con chiarezza nel periodo futurista.
In quest’opera infatti l’artista, attraverso la stretta tra i due amanti mette in evidenza soprattutto l’energia e il movimento, in questo caso scaturito dalla passione.
Officine a porta romana (1908)
L’opera è un esempio di quella pittura en plein eir che fu tanto cara agli artisti impressionisti. Ciò che colpisce però in Boccioni è la scelta dei soggetti.
L’artista non ritrae fiumi, campi o strade alberate ma dipinge un’officina, con il traffico di persone che ne affolla la strada.
Già in questa scelta l’artista anticipa una delle tematiche che verranno affrontate con decisione dai futuristi: la bellezza delle macchine, delle fabbriche e degli ambienti di produzione.
Tre donne (1909 – 1910), Controluce (1909)
Sono due dipinti che evidenziano la maestria di Boccioni nel ritratto, mai banale e intriso di una profondità che spesso trascende le pose dei soggetti presenti nel dipinto.
Questi due dipinti sono stati realizzati pochi anni prima della svolta futurista, che segnerà definitivamente la carriera artistica di Boccioni e la storia dell’arte europea.
Nell’opera Tre donne sono presenti la madre dell’artista, la sorella Amelia e l’amata Ines, presente anche in altre opere dell’artista.
Nell’opera Controluce (conosciuta anche come Nudo di spalle) è ritratta la madre di Boccioni, Cecilia Forlani. Entrambe le opere fanno parte del periodo Divisionista dell’artista, in cui è evidente l’influenza di pittori come Balla, Previati e Segantini.
Umberto Boccioni, Controluce (Nudo di spalle), 1909, olio su tela
Elasticità (1912)
Il dipinto segna il deciso passaggio di Boccioni all’arte futurista. Dinamismo, velocità, energia sono le componenti chiave di questo dipinto in cui si vede un cavaliere in groppa ad un cavallo lanciato al galoppo.
Consiglio di osservare prima il dipinto da vicino per poi allontanarsi per vedere, passo dopo passo, le figure prendere forma sulla tela.
Boccioni dipinse quest’opera dopo un viaggio a Parigi, quando ebbe occasione di ammirare le opere cubiste. Risulta evidente l’influenza che tale esperienza ebbe nella crescita dell’artista.
Forme uniche della continuità nello spazio (1913)
È sicuramente una delle opere più famose di Boccioni e della storia dell’arte, che campeggia sulla moneta da venti centesimi di euro.
Al mondo esistono varie versioni di questa scultura, quella in mostra al Mart proviene dal “The Israel Museum” di Gerusalemme.
Siti consigliati:
Sito della mostra: www.mart.tn.it/boccioni100
Per conoscere la biografia di Umberto Boccioni: Umberto Boccioni: breve biografia e opere principali in 10 punti
Marco Lovisco
www.dueminutidiarte.com