Nella città emiliana 12mila cittadini si sono sottoposti alla carta del rischio cardiovascolare
ROMA – È Ferrara la prima “Città della prevenzione” al mondo per il rischio di malattie cardiovascolari. Nella città emiliana, su dodicimila tra dipendenti dell’università, dell’azienda ospedaliera di Cento, visitatori delle mostre d’arte, ben il 7% è risultato ad alto rischio cardiovascolare.
Persone che ignoravano di essere malate: lo hanno scoperto compilando la carta del rischio sui posti di lavoro e negli itinerari artistici.
Ora questi casi sono state presi immediatamente in carico dalla Cardiologia e saranno trattati.
Ma non è tutto perché un altro 22% si è accorto di essere al limite dell’insorgenza di patologie ed è stato invitato ad eseguire controlli periodici.
In totale, il 30% dei cittadini ha tratto beneficio da questa iniziativa che ha coinvolto Ferrara.
Si tratta di uno dei risultati più eclatanti dell’avvio del progetto “Ferrara città della prevenzione”. Ora sarà esteso a tutte le categorie lavorative, alle scuole, agli anziani, all’intera comunità. E non solo a tutela del cuore.
Si sta già lavorando per creare un vero passaporto del benessere con carte del rischio per le malattie metaboliche, reumatologiche, oncologiche, pneumologiche.
«Stiamo cablando tutte le scuole. Abbiamo attivato una “casa” per la prevenzione con una cucina dove gli chef tengono corsi per ricette funzionali al benessere. Ci sono postazioni per calcolare la carta del rischio, proprio davanti al palazzo dei Diamanti, nel cuore di Ferrara» spiega il Rettore dell’università della città estense, Giorgio Zauli.
«E in più, primo caso al mondo, si è deciso di creare un centro di Ateneo per la prevenzione della salute sociale, medica e ambientale. È stata varata inoltre prima facoltà in Italia di Medicina, Farmacia, Prevenzione. La prevenzione sarà la griffe della nostra Università per i prossimi dieci anni» aggiunge.
Ferrara, con 133mila abitanti, è un territorio ideale per passare dalle parole ai fatti e per dare respiro a questa iniziativa, unica a livello internazionale.
«Un gran bel progetto anche per la prevenzione oncologica. Ben il 40% delle neoplasie si può evitare adottando corretti stili di vita. Non fumare, seguire la dieta mediterranea, combattere la sedentarietà e l’eccessivo consumo di alcol, sottoporsi alle vaccinazioni» conclude Francesco Cognetti, presidente della fondazione Insieme contro il cancro, partner della campagna.