Cadono le accuse: «Ho attraversato un momento difficile, mi è servito per riflettere»
ROMA – Si conclude con l’assoluzione la vicenda del finto sequestro inscenato da Lapo Elkann lo scorso 27 Novembre. La procura distrettuale di Manhattan, infatti, ha deciso di lasciar cadere le accuse di falso rapimento nei confronti del nipote degli Agnelli.
Lapo Elkann, che non era presente alla Corte criminale di New York, rischiava da due a dieci anni di carcere. Il procuratore Cyrus Vance ha deciso però diversamente.
«La decisione mi rincuora e rinforza il sentimento di fiducia che da sempre ripongo nella giustizia americana» ha fatto sapere in una nota Lapo Elkann.
«Ho attraversato un momento difficile, che mi ha però dato il tempo ed il silenzio necessari per riflettere su quanto è accaduto. E soprattutto per rinforzare quello che voglio fare in futuro» prosegue la nota.
«So che voglio proseguire il lavoro che ho fatto su di me in queste settimane, per raccogliere nuove energie e mettere una consapevolezza diversa nella mia vita e nel mio lavoro» aggiunge Lapo Elkann.
«Intendo sostenere le aziende cui ho dato vita e portare avanti i tanti progetti di collaborazione avviati con il massimo impegno. Ma prima di ogni altra cosa voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno dato segnali di amicizia. La mia famiglia, i miei collaboratori e soprattutto le moltissime persone che non conosco personalmente, ma che mi hanno aiutato con un gesto o una parola. La loro vicinanza è stata ed è importante» conclude la nota stampa.
Lapo Elkann era stato arrestato lo scorso 27 Novembre e poi rilasciato dalla polizia di New York per aver simulato un sequestro.
Dopo due giorni di bagordi, da un’appartamento di Kip bay, telefonò alla famiglia affermando di essere stato rapito per ottenere 10mila dollari. I familiari, però, avvertirono la polizia di Manhattan che trovò Elkann nell’abitazione del trans 29enne, Marie McKinstry.