Ogm: l’Europa tentenna ma l’Italia vota a favore: Pascal Presidente di Slow Food Italia: Ipocrisia bella e buona
Che faranno quelle realtà territoriali che anni addietro fecero una scelta, quella di vietare la coltivazione OGM con una delibera consigliare di tutta la giunta comunale?
Una minaccia alla sopravvivenza della biodiversità e al benessere delle comunità rurali: questo sono per Slow Food gli Ogm
La prima direttiva sugli Organismi Geneticamente Modificati è datata 1990 e sono stati autorizzati, secondo le procedure per scopi sperimentali, 17 organismi diversi. All’incirca nel 1998 sono entrati nel mercato europeo olio di colza, soia, e molto altro, entrati con la procedura semplificata e autorizzata.
Una messa in scena per dimostrare che dal punto di vista nutrizionale organolettico e tossicologico non c’era differenza tra i prodotti convenzionali.
E allora perché la scienza si divide? Perché non si sono mai chiariti gli effetti collaterali abbassando le barriere? Alcuni stati ribellandosi all’Organizzazione Mondiale del Commercio hanno ridotto la ricerca biotecnologica dei centri in Europa, lasciando spazio alle menti criminogene, che creano in laboratorio il cibo perfetto.
Oggi non è stata raggiunta all’interno del Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (PAFF) la maggioranza assoluta necessaria per l’autorizzazione a livello europeo di due nuove varietà di mais gm, il Pioneer 1507 e il Syngenta Bt11, oltre al rinnovo dell’autorizzazione del MON 810 ma l’Italia, nonostante i cittadini avessero più volte espresso il loro no agli Ogm sul nostro territorio, ha votato a favore dell’autorizzazione di tutti e tre.
Da sottolineare comunque che, per l’ennesima volta, non si è raggiunta la maggioranza assoluta né a favore, né contro l’autorizzazione, dimostrando ancora una volta lo stallo su questioni spinose come questa. «La domanda che ci poniamo è: perché l’Italia ha deciso di votare a favore? L’anno scorso 17 Paesi europei si sono chiaramente espressi contro la coltivazione di Ogm sui loro territori: votare oggi a favore dell’autorizzazione a livello europeo, nascondendosi dietro la possibilità per ogni Stato poi di vietarne l’uso all’interno dei propri confini, è un’ipocrisia bella e buona.
La decisione italiana è ancora più incomprensibile in un momento storico in cui l’Europa più che mai ha bisogno di riaffermare la sua identità e la sua unità. I rappresentanti dei nostri Paesi dovrebbero riconoscere una volta per tutte che i cittadini non vogliono Ogm in Europa e smettere di autorizzarli, iniziando a discutere su questioni davvero urgenti: come sviluppare economie agricole basate sulla biodiversità e sistemi di produzione del nostro cibo che siano sani e rispettosi degli Obiettivi di Sviluppo sostenibile», commenta Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia.
Una minaccia alla sopravvivenza della biodiversità e al benessere delle comunità rurali: questo sono per Slow Food gli Ogm: «L’agricoltura transgenica rappresenta l’ultimo rantolo di un sistema agricolo, economico e politico che sta costantemente privando i contadini dei loro mezzi di produzione, concentrandosi invece sul concedere un sempre maggiore controllo del cibo nelle mani delle multinazionali.
Con gli Ogm si spinge l’agricoltura verso un’industrializzazione forzata, dove le colture perdono i loro legami storici, culturali e gastronomici con la terra e le persone che la abitano, determinando crescenti minacce alla sopravvivenza delle varietà locali e delle stesse comunità rurali», conclude Pascale.