Coldiretti: migliaia in piazza con i trattori per il dimezzamento del prezzo del latte di pecora
ROMA – Pastori sardi in rivolta a Cagliari per protestare contro il dimezzamento del prezzo del latte di pecora che non copre più i costi di allevamento. Tutto ciò mentre sul mercato si moltiplica la presenza di formaggio straniero spacciato per italiano.
Alle 9 erano già migliaia i pastori sardi con i trattori che hanno lasciato le campagne per difendere il lavoro, gli animali, le stalle ed i pascoli custoditi da generazioni.
La protesta, senza precedenti come sottolinea Coldiretti, ha come sfondo il centro di Cagliari. Da Piazza Sorcinelli è partito infatti il corteo. Sui social è stato lanciato invece l’hashtag #NopastoriNOsardegna.
I pastori, con bandiere e manifesti, sono giunti da tutta la Sardegna per il corteo. Nel corso della mattinata prepareranno dal vivo il vero pecorino e mostreranno le innovazioni nel rispetto della tradizione.
Dalla mozzarella di pecora al pecorino per vegetariani, fino a quello ad alta digeribilità per i più piccoli. A Cagliari saranno anche esposte anche le specialità sarde ora a rischio di estinzione.
L’obiettivo della giornata di protesta è difendere una tradizione secolare che dopo il fallimento dello sviluppo industriale, rappresenta il vero valore aggiunto per il rilancio l’economia, il lavoro ed il turismo.
Accanto ai pastori ci sono pescatori, allevatori, coltivatori di ortofrutta, vino, cereali e delle altre produzioni tipiche dell’isola.
Ognuno di essi è impegnato a garantire la genuinità e l’originalità della vasta offerta agroalimentare di un territorio dove la burocrazia, i costi dei trasporti, dell’acqua e i danni causati dagli animali selvatici rendono sempre più difficile la produzione.
In particolare, come emerge da un’analisi della Coldiretti diffusa oggi, le speculazioni sul latte di pecora hanno provocato perdite ai pastori sardi stimate in 130 milioni di euro.
«Dalla mungitura quotidiana di una pecora si ottiene in media un litro di latte. Oggi viene pagato, al ribasso, appena 55 centesimi rispetto ad 1 euro di fine campagna 2015» afferma la Coldiretti.
«Una elemosina che non copre neanche i costi di allevamento e di alimentazione e spinge alla chiusura i 12mila allevamenti presenti nell’Isola» aggiunge l’associazione. In Sardegna si trova il 40% delle pecore allevate in Italia che producono quasi 3 milioni di quintali di latte. Il 60% è destinato alla produzione di pecorino romano (Dop). Ma sono riconosciuti dall’Unione Europea anche il Fiore Sardo Dop e il Pecorino Sardo Dop.
La Coldiretti della Sardegna chiede inoltre che d’ora in poi ogni centesimo pubblico destinato al comparto debba avere una ricaduta certa e diretta sui pastori per non fare arricchire furbetti. L’associazione chiede anche l’intensificazione dei controlli sulle truffe e sugli inganni.
«Occorre inoltre verificare e accelerare l’apertura del bando per destinare il pecorino ai poveri indigenti. Attivare il prestito di conduzione e tutte le misure comunitarie disponibili per sostenere i redditi e garantire liquidità alle imprese agricole» conclude la Coldiretti.