I familiari delle vittime chiedono sicurezza del trasporto di merci pericolose. Rischio prescrizione per i reati di incendio e lesioni colpose
ROMA – Sono dodici i dirigenti del sistema ferroviario italiano condannati dalla sentenza di primo grado nel processo per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009 che causò la morte di 32 persone.
Mauro Moretti, ex ad di Ferrovie dello Stato è stato condannato a sette anni di carcere, in qualità di amministratore delegato di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) incarico ricoperto dal luglio 2001 al settembre 2006.
Sette anni e sei mesi per Michele Mario Elia, suo successore alla guida di Rfi dal 2006 al 2014 e ad di Ferrovie dello Stato dal 2014 al 2015. Stessa pena anche per Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia e ex ad di Fs Logistica.
La sentenza è arrivata il 31 gennaio intorno alle 15.
Poi in serata, la riunione del Consiglio di amministrazione di Leonardo spa, la nuova veste di Finmeccanica, ha confermato Moretti nel ruolo di amministratore delegato.
Confermandogli “piena fiducia”, si legge nel comunicato, senza ravvisare elementi di contrasto né per la carica né per la società che rappresenta.
I 33 gli imputati, a vario titolo, erano accusati di disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo, incendio colposo e lesioni personali.
Per la strage di Viareggio 23 condanne totali
In tutto le condanne per la strage di Viareggio sono state 23. Le più pesanti per i dirigenti della multinazionale Gatx Rail Austria e Gatx Rail Germania, dalla quale Trenitalia noleggiava le cisterne. Pene uguali o superiori a 9 anni per quattro fra manager e responsabili della manutenzione.
Sono quattro i condannati anche per l’officina Jugenthal Waggon di Hannover (una controllata di Gatx) che aveva revisionato la sala montata, ovvero l’assile e le ruote del primo carro del convoglio Trecate-Gricignano composto di 14 cisterne piene di Gpl.
Jugenthal aveva poi inviato la sala all’officina Cima riparazioni di Bozzolo (Mantova) per il montaggio sul carro.
Tre i condannati della Cima: sette anni a Giuseppe Pacchioni, ex direttore generale del quale l’accusa aveva chiesto invece l’assoluzione. Sei anni e sei mesi a Paolo Pizzadini, capo commessa settore carri e responsabile tecnico del reparto sale e a Daniele Gobbi Frattini, responsabile tecnico.
I familiari delle vittime presenti in aula
Una serie di omissioni, mancanze e controlli non accurati, ha permesso che un materiale rotabile corroso e risalente agli anni Settanta, continuasse ad essere impiegato nel trasporto di gas infiammabile.
Quel Gpl che alle 23.48 del 29 giugno 2009, prese fuoco dopo essere fuoriuscito da una cisterna nel deragliamento del treno.
I familiari delle vittime insieme ad una folla di cittadini presenti all’ultima udienza del processo, hanno esibito le immagini dei familiari morti.
Daniela Rombi vicepresidente dell’associazione “Il mondo che vorrei” che riunisce i familiari, ha mostrato per la prima volta il volto gonfio e sfigurato di sua figlia Emanuela, morta per le ustioni a soli 21 anni dopo 42 giorni di agonia.
«Stavolta Moretti non ne esce pulito e questa è una condanna al sistema, ora la gestione della sicurezza ferroviaria deve cambiare» ha detto Daniela Rombi ai giornalisti.
Certo, le condanne in media sono state molto inferiori a quanto richiesto dall’accusa (16 anni chiesti per Moretti, 15 per Elia e 8 per Soprano) ma è la prima volta che imputati eccellenti di questo calibro vengono riconosciuti colpevoli.
Marco Piagentini, che nel rogo di via Ponchielli ha perso moglie e due figli ed è rimasto fra la vita e la morte per molti mesi, ha ricordato il rischio prescrizione che incombe per quanto riguarda i reati di incendio e lesioni colpose.
Di «sentenza populista» ha parlato invece Armando D’Apote, legale di Moretti.
Stefano Biserni dell’ufficio stampa di Fs ha ribadito il cordoglio per le vittime e la vicinanza ai familiari. Si è riservato ulteriori commenti dopo aver letto le motivazioni della sentenza. Ma ha sottolineato l’aspetto positivo dell’assoluzione di Fs e di Fs Logistica per l’illecito amministrativo.
Il procuratore capo di Lucca, Pietro Suchan, l’ha definita «una sentenza importantissima, un grosso passo avanti verso il profilo della sicurezza».
Le società imputate nella strage di Viareggio
Tra le nove società imputate sono state condannate per illecito amministrativo e interdette per tre mesi Rfi e Trenitalia (700 mila euro di sanzione ciascuna), Gatx e Officina Jugenthal Waggon di Hannover (480 mila euro ciascuna).
Gli altri dirigenti condannati sono: Salvatore Andronico, responsabile sicurezza Trenitalia Cargo; Mario Castaldo, direttore Divisione Cargo e ex ad di Cargo Chemical; Giovanni Costa e Giorgio Di Marco in qualità di responsabili della direzione tecnica di Rfi; Francesco Favo, ex responsabile della certificazione di sicurezza imprese ferroviarie e dell’Istituto sperimentale della Direzione tecnica di Rfi; Alvaro Fumi, responsabile dell’Istituto sperimentale della Direzione tecnica di Rfi; Giulio Margarita, ex direttore della sicurezza nella circolazione dei treni e nell’esercizio ferroviario della Direzione tecnica di Rfi; Enzo Marzilli, responsabile della Struttura direzione norme, standard, sviluppo e omologazione di Rfi; Emilio Maestrini, ex responsabile della Direzione ingegneria, sicurezza e qualità di sistema di Trenitalia.
Sono stati stabiliti anche i risarcimenti alle parti civili, enti e persone. In aula al Polo Fiere di Lucca dove si è svolto il processo erano presenti i rappresentanti delle amministrazioni locali e regionali.
Il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro in un comunicato ha affermato che «l’Italia è il paese delle stragi impunite ma, da oggi, Viareggio non è una di quelle».
Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana (la Regione è stata parte civile) ha scritto: “Abbiamo ottenuto la riduzione della velocità dei treni merci nei centri abitati, ma con amarezza constatiamo la permanenza di mezzi inadeguati e non controllati che nel settore delle merci circolano in giro per l’Europa”.