Scienziati in campo per ridurre lo spreco alimentare


Le dieci regole dell’ENEA, tra buone pratiche e innovazione tecnologica

Italia al 7° posto in Europa per spreco alimentare

ROMA – In Italia, secondo i dati FAO, un anno di spreco alimentare potrebbe sfamare quasi 44 milioni e mezzo di persone.

Nel mondo ogni anno più di un terzo della produzione globale di cibo si perde o si spreca lungo la filiera.

Vengono sprecati circa 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti, considerando solo la frazione commestibile.

Lo spreco alimentare in Italia

L’ENEA ha scattato una fotografia dello spreco alimentare lungo la Penisola. Se a livello europeo sono in media 180 i kg di cibo pro-capite sprecati all’anno, in Italia siamo al 7° posto con 164kg/anno.

Secondo dati ENEA, nel nostro Paese vengono gettati nel cassonetto circa 5,5 milioni di tonnellate di cibo all’anno.

In pratica 42 kg di cibo a persona sotto forma di avanzi non riutilizzati e alimenti scaduti o andati a male finiscono nel cassonetto. Il valore economico si aggira intorno ai 13 miliardi di euro all’anno.

Di questi 42 kg, oltre 10 sono costituiti da verdure e prodotti ortofrutticoli per un totale di oltre 1,3 milioni di tonnellate.

Con i prodotti vegetali che gettiamo nella spazzatura, oltre a fitosanitari e nutraceutici, potremmo produrre 41 milioni di metri cubi di biometano.

È l’equivalente dell’energia necessaria per riscaldare 46mila appartamenti, con un risparmio di circa 2 milioni di tonnellate di CO2.

Ma non è tutto. I nostri scarti possono trasformarsi in cibi “Superfood” per mantenerci in forma, cosmetici per farci belli o nuovi alimenti per la zootecnia.

Gli scienziati scendono in campo

Un aiuto per ridurre lo spreco alimentare arriva anche dalla scienza. È la nuova sfida dell’ENEA, che coniuga buone pratiche alle nuove frontiere della ricerca con tecnologie e metodologie innovative.

L’obiettivo è «sfruttare al meglio quel giacimento di risorse preziose nascosto nella spazzatura» sottolineano gli esperti del Dipartimento Sostenibilità dell’Agenzia.

E allora ecco che gli scarti possono trasformarsi in proteine e zuccheri utili per produrre ingredienti alimentari, nutraceutici e mangimi per la zootecnia. Ma possono diventare anche bioplastiche o energia sotto forma di biogas.

Finita qui? Neanche per sogno. Dagli scarti di uva e arance si ricavano polifenoli, pectine e fibre, utilizzabili in nutraceutica e cosmetica.

Secondo l’Unione europea entro il 2030 con il riciclo dei rifiuti al 70% e lo smaltimento in discarica al 5%, grazie all’economia circolare, si possono creare 580 mila posti di lavoro e risparmi per le imprese pari all’8% del fatturato annuo.

Il decalogo anti spreco alimentare dell’ENEA

1.Valuta il più possibile il quantitativo di cibo che può essere realmente consumato in un pasto medio e aiutati con la lista della spesa. Potrà essere utile per evitare avanzi (e i conseguenti sprechi).

2. Quando fai la spesa, controlla la scadenza dei prodotti, pensando a quando utilizzarli. Il mancato consumo si traduce automaticamente in uno spreco. Reimpiegarlo in seguito.

3. Fai attenzione alle etichette. Scegli prodotti che riportano informazioni su tecnologie o ingredienti che aiutano a limitare lo spreco alimentare. Il latte ad esempio può essere sottoposto a processi (come la pastorizzazione ESL, Extended Shelf Life, o la microfiltrazione) che ne mantengono inalterate tutte le proprietà estendendone notevolmente la “vita sullo scaffale”. Alcuni prodotti come biscotti, grissini, fette biscottate vengono arricchiti con aromi di origine vegetale estratti con processi sostenibili che prevengono l’irrancidimento in modo naturale e sicuro.

4. Cerca di scegliere prodotti con indicato il destino della confezione a “fine vita”. Così contribuirai a ridurre la quantità di indifferenziata nell‘immondizia.

5. Preferisci il biologico. L’agricoltura bio riduce i consumi energetici di agricoltura e industria alimentare di almeno il 25%, consente di ridurre le emissioni di Co2 e non inquina le falde acquifere perché non impiega fertilizzanti e fitosanitari di sintesi.

6. Nel preparare i piatti con alcuni semplici accorgimenti puoi migliorare la conservazione dei cibi. Ad esempio, insalate o verdure vanno condite solo al momento di servirle. Così si mantengono più a lungo e possono essere consumate in pasti successivi.

7. Crea nuove pietanze utilizzando gli avanzi di cucina, con fantasia e creatività.

8. In occasione di feste e ricevimenti, valuta se gli avanzi possono essere consumati a breve. Invita gli ospiti a portare con loro parte di quello che è avanzato.

9. Informati sui programmi contro lo spreco alimentare della tua città. Oppure organizzati per donare il surplus alimentare alle onlus che raccolgono gli avanzi di cibo “buono” e lo redistribuiscono a chi ne ha bisogno.

10. Metti gli avanzi di cibo (insieme agli shopper in bioplastica biodegradabile e compostabile) nella raccolta dell’umido. Si trasformeranno in ottimo compost. Il compost “fatto in casa” con la trasformazione dell’organico ha un “valore”. Sia in termini di minori spese di smaltimento (ogni tonnellata di frazione organica in discarica costa alla comunità circa 200 euro, cioè il 50% delle spese totali per la gestione dei rifiuti). Sia in termini di mancato guadagno derivante dalla commercializzazione del compost che può variare da 20 euro/ton per i prodotti all’ingrosso a circa 3 euro per Kg per prodotti venduti al minuto.