Al Parlamento europeo approvate tre risoluzioni con le proposte per rinnovare l’Unione europea
ROMA – L’Unione europea è in una profonda crisi tra emergenza migranti, Brexit, crisi economica e molto altro. Nel Vecchio Continente sta prendendo sempre più piede un sentimento anti europeista che ha spinto il Parlamento europeo a intervenire.
Tre risoluzioni, approvate dall’Europarlamento, provano a gettare le basi per una riforma profonda della Ue.
La prima risoluzione, redatta da Mercedes Bresso (S&D, Italia) e da Elmar Brok (PPE, Danimarca) si concentra sulla valorizzazione del Trattato di Lisbona.
Nel documento si chiede che il Consiglio dei ministri della Ue sia trasformato in una vera seconda camera e le sue configurazioni in organi preparatori. Ciò sulla falsariga del funzionamento delle commissioni del Parlamento europeo.
La risoluzione, approvata con 329 voti a favore, 223 contrari e 83 astensioni, prevede anche che ogni Stato membro indichi per la nomina a commissario europeo almeno tre candidati di entrambi i sessi.
Altro punto riguarda il passaggio al voto a maggioranza qualificata del Consiglio Ue, ove possibile conformemente ai trattati, per evitare il blocco di importanti progetti legislativi e accelerare il processo legislativo.
Il documento punta anche all’istituzione di un Consiglio dei ministri della Difesa permanente per coordinare le politiche di difesa degli Stati membri.
La seconda risoluzione, redatta da Guy Verhofstadt (ALDE, Belgio), valuta la possibilità di muoversi al di fuori degli strumenti attualmente a disposizione e suggerisce varie riforme del Trattato di Lisbona nei settori della governance economica, della politica estera, dei diritti fondamentali e della trasparenza.
Tra le varie proposte, si suggerisce la creazione di un ministro delle Finanze della zona euro e di fornire alla Commissione europea il potere di formulare e attuare una politica comune economica della Ue, sostenuta da un bilancio della zona euro.
Il testo chiede anche che il Parlamento europeo abbia una sola sede e la riduzione sostanziale del Collegio dei Commissari Ue, compresa la riduzione del numero dei vicepresidenti a due.
La risoluzione propone di consentire ai cittadini europei di ogni Stato membro di votare direttamente i candidati dei partiti politici europei per il Presidente della Commissione, attraverso una lista europea.
La risoluzione è stata approvata con 283 voti a favore, 269 contrari e 83 astensioni.
La terza risoluzione, redatta da Reimer Böge (PPE, Danimarca) e da Pervenche Berès (S&D, Francia), propone di ravvicinare le economie della zona euro e renderle più resistenti agli shock esterni. Si delinea una strategia di convergenza finanziata da uno specifico bilancio della zona euro finanziato dai suoi Stati membri.
Le principali proposte includono una capacità fiscale costituita dal Meccanismo europeo di stabilità (ESM) e una specifica capacità di bilancio supplementare per la zona euro, finanziato dai suoi membri, come parte del bilancio Ue.
Ma anche un Fondo monetario europeo (che dovrebbe svilupparsi gradualmente al di fuori dell’ESM), con capacità di prestito adeguate e con un mandato ben definito per assorbire gli shock economici. Vi rientra anche un codice di convergenza: cinque anni per soddisfare i criteri di convergenza in materia di fiscalità, mercato del lavoro, investimenti, produttività e coesione sociale.
Altra proposta è quella di migliorare la governance: un ruolo più importante per il Parlamento europeo e i Parlamenti nazionali, unificare le funzioni di Presidente dell’Eurogruppo e di Commissario per gli affari economici e monetari, oltre a un ministro delle Finanze e del Tesoro all’interno della Commissione europea.
La risoluzione è stata approvata con 304 voti a 255 e 68 astensioni.
Tutte queste proposte fanno parte di un pacchetto che mira a chiarire la posizione del Parlamento sul futuro della Ue, prima del 60° anniversario del Trattato di Roma.
Il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha accolto con favore l’approvazione delle tre risoluzioni. «Dobbiamo avvicinare l’Europa ai cittadini. La posizione del Parlamento sul futuro dell’Europa è chiara: l’Unione deve rispondere alle preoccupazioni dei cittadini e offrire risultati più concreti» ha detto.
«Il Parlamento europeo è il fulcro di questo impegno a rafforzare l’Europa per renderla più efficace. Noi siamo la voce delle persone e dobbiamo garantire che i cittadini siano al centro del progetto Europeo» ha aggiunto Tajani.
«Dobbiamo fare tesoro dei successi degli ultimi sessant’anni, ma anche imparare dai nostri errori. Dobbiamo cambiare l’Europa, non indebolirla. Lo dobbiamo fare per noi e per le generazioni future, che meritano un’Europa più sicura, più prospera e sostenibile, capace di affermarsi come leader globale difendendo i nostri valori nel mondo» ha concluso.