Via libera definitivo del Consiglio dei Ministri alla programmazione 2017-2022: cosa cambia per il settore
ROMA – Il Piano Strategico del Turismo 2017-2022 ha ottenuto oggi il via libera definitivo del Consiglio dei Ministri.
Diventa realtà dunque la programmazione per lo sviluppo del settore nei prossimi sei anni, che diventa strumento per rilanciare la leadership italiana sul mercato turistico mondiale.
Cosa prevede il Piano Strategico del Turismo
Il Piano promuove una visione declinata in quattro macrobiettivi:
A. Innovare, specializzare e integrare l’offerta nazionale: realizzazione, in collaborazione con le Regioni, del primo Catalogo dei prodotti e delle destinazioni italiane.
Progetti innovativi di formazione delle guide del patrimonio storico e culturale con gli attrattori enogastronomici. Creazione di forme di percorrenza alternative (vie e cammini). Potenziamento dell’attrattività del sistema dei Siti Unesco e delle città della cultura.
Incentivi alla fruizione responsabile di contesti paesaggistici diffusi anche attraverso il recupero a fini di ricettività di qualità del patrimonio demaniale dismesso quali fari, case cantoniere e stazioni.
Trasformazione dei grandi “landmark” italiani del turismo balneare e delle grandi città d’arte in “porte di accesso” ad altri territori emergenti, dalla grande capacità attrattiva ancora non espressa.
B. Accrescere la competitività del sistema turistico: intermodalità tramite collegamento dei nodi dell’Alta Velocità (le Frecce) con le destinazioni di città d’arte tramite trasporto su gomma; valorizzazione delle ferrovie storiche in percorsi turistici; rifinanziamento del tax credit ristrutturazione per i prossimi tre anni; semplificazione e armonizzazione del sistema normativo; promozione dell’innovazione e della digitalizzazione.
C. Sviluppare un marketing efficace e innovativo in collaborazione con Enit con il progetto “Porte d’Italia” che valorizza gli hub di ingresso al Paese tramite strumenti di comunicazione, tra cui il WI-FI unico nazionale. Particolare attenzione sarà dedicata alla valorizzazione dei Siti Unesco, grazie anche ad alcuni gemellaggi con i siti cinesi.
D. Realizzare una governance efficiente e partecipata per elaborare il Piano e le politiche turistiche. Realizzazione di cruscotti previsionali con utilizzo di Big Data di andamento del settore, in accordo con Istat, Regioni e Enit.
Le azioni previste dal Piano si basano su tre principi trasversali, declinati in ogni ambito: sostenibilità, innovazione e accessibilità. Il documento integrale è disponibile sul sito www.beniculturali.it
L’iter di approvazione
Il Piano, presentato dal ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini era già stato approvato all’unanimità dal Comitato Permanente per la promozione del turismo in seduta plenaria (14 settembre 2016). In seguito era arrivato il sì della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome (15 settembre 2016).
Ora, concluso l’iter parlamentare alla Camera e al Senato (rispettivamente il 27 gennaio e il 2 febbraio scorsi), arriva anche l’approvazione definitiva del Governo.
Durante l’iter di approvazione, il Piano Strategico del Turismo 2017-2022 ha accolto diverse osservazioni come la maggiore attenzione per le aree colpite dalla sequenza sismica iniziata il 24 Agosto e l’integrazione delle politiche turistiche con quelle di industria 4.0.
Per il ministro Franceschini si tratta di “un documento di svolta, elaborato con il pieno coinvolgimento delle associazioni di categoria e degli esperti del settore”.
Il Piano Strategico del Turismo secondo il titolare del dicastero “rafforza l’idea di Italia come museo diffuso e, proponendo anche nuove destinazioni, individua nel turismo, sostenibile e di qualità, uno strumento di policy per il benessere economico e sociale di tutti”.
“I dati del 2016 sono molto positivi. Per i principali centri di ricerca, gli arrivi internazionali hanno abbondantemente superato i 60 milioni. Il Piano Strategico del Turismo permette di delineare le azioni concrete per governare in maniera intelligente e sostenibile la crescita del settore in Italia nei prossimi anni” ha aggiunto.
Piano Strategico del Turismo all’insegna di condivisione e partecipazione
Il Piano Strategico del Turismo è nato da un ampio confronto tra Ministeri, Regioni, Anci, sindacati, associazioni di categoria, con il coordinamento della Direzione Generale del Turismo.
È frutto anche di un inedito processo di partecipazione e condivisione, avviato con gli Stati Generali del Turismo a Pietrarsa e costruito anche con l’utilizzo di strumenti digitali: piattaforma on line, sito web (www.pst.beniculturali.it) e canali social. Un metodo che dota l’Italia del turismo di una visione unitaria.
Il mondo del turismo ha elaborato il Piano Strategico del Turismo condividendo gli orientamenti per un periodo di sei anni e i principali obiettivi e linee di intervento funzionali al raggiungimento della visione proposta. Il Piano si attuerà attraverso revisioni biennali e la predisposizione e l’attuazione di piani annuali.
In 100 pagine sono delineate le priorità per valorizzare un settore che vale 171 miliardi di euro, pari all’11,8% del Pil e al 12,8% dell’occupazione, attraverso 13 obiettivi specifici, 52 linee di intervento, racchiuse in 4 obiettivi fondamentali: diversificare l’offerta turistica, innovare il marketing del brand Italia, accrescere la competitività e migliorare la governance del settore.
Altri punti fermi del Piano sono: rivoluzione digitale, adeguamento della rete infrastrutturale, riduzione degli oneri burocratici e fiscali, miglioramento della quantità e qualità dell’occupazione, semplificazione del sistema normativo.
Particolare attenzione va alla diversificazione delle mete turistiche per indirizzare i flussi turistici verso territori ricchi di potenzialità ancora inespresse, quali aree rurali, piccole e medie città d’arte, parchi naturali e marini. Tutto all’insegna della sostenibilità ambientale e culturale.
I dati del turismo italiano
I dati degli arrivi complessivi (italiani e stranieri) sul territorio nazionale sono saliti del 50% tra il 2001 e il 2015. Il 52% degli arrivi totali è di provenienza italiana, il 70% degli arrivi internazionali è di provenienza europea (Confturismo-CISET, Cernobbio 2016).
Nel biennio 2016-2018 si prevede una crescita di oltre il 3% degli arrivi, grazie soprattutto al movimento extraeuropeo (+5,8%) (previsioni Confturismo-CISET, Cernobbio 2016).
Riguardo agli investimenti, il flusso dovrebbe crescere con una media annua dell’1,8% nei prossimi dieci anni, per attestarsi su un valore di 10,9 miliardi nel 2026 (il 3,4% del totale).
Secondo il Country Brand Index (Future brand 2014-2015), turismo e cultura si confermano, per l’Italia, quali principali fattori di attrattività e riconoscibilità.