L’associazione dei consumatori interviene dopo il servizio mandato in onda da “Le Iene”
ROMA – Ha scatenato polemiche a non finire il caso denunciato dalla trasmissione televisiva “Le Iene” sull’erogazione di fondi pubblici da parte di Unar, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali.
Un’associazione in particolare, secondo quanto ricostruito da “Le Iene”, avrebbe beneficiato di contributi per 55mila euro destinati ad attività socio-culturali.
Solo che, come scoperto dalla trasmissione televisiva, dietro all’associazione finanziata da Unar ci sarebbe un giro di sesso a pagamento in circoli gay.
Sul caso è intervenuto oggi il Codacons, che ha presentato un esposto alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Roma. Unar, infatti, è l’Ufficio di Palazzo Chigi che si occupa di parità di trattamento e rimozione delle discriminazioni razziali. Per questo eroga finanziamenti a diverse associazioni sparse su tutto il territorio nazionale.
“Nel mirino della trasmissione televisiva Le Iene sarebbe finito un finanziamento da 55mila euro rilasciato ad un’associazione dietro la quale, da quanto emerge dal servizio trasmesso, sarebbe occultato il business del sesso a pagamento” si legge nell’esposto del Codacons.
“Difficile immaginare che ‘azioni positive’ di questo genere possano includere, in qualsivoglia misura, attività che includano la prostituzione. La graduatoria, reperibile anch’essa sul sito dell’Unar, include più di 30 associazioni ammesse al finanziamento. Le Iene, telecamere nascoste al seguito, si sarebbero infiltrate all’interno delle serate organizzate dall’associazione documentando incontri hard e offerte di prestazioni sessuali a pagamento in alcuni di questi circoli. Con che criteri Unar sceglie le associazioni da accreditare e finanziare con migliaia di euro?” chiede il Codacons.
La palla ora passa nelle mani della Procura della Repubblica di Roma e della Corte dei Conti.
“Se il servizio de Le Iene trovasse rispondenza alla realtà si solleverebbero dubbi non solo sullo spreco di denaro pubblico ma sull’illecito utilizzo dello stesso e dunque sul grave danno alla P.a. e a tutta la collettività” scrive ancora il Codacons.
“Oltre a gettare una luce inquietante su tutta l’azione di Unar, ritenendosi pertanto indispensabile, necessario e doveroso che le autorità adite svolgano tutte le indagini volte a stabilire come siano stati assegnati i finanziamenti, sulla base di quali criteri e come siano stati effettivamente investiti” conclude l’associazione dei consumatori.