Presentazione delle domande telematiche entro il 31 Dicembre sul sistema online del Viminale
ROMA – Con l’approvazione del nuovo decreto sui flussi migratori, in agricoltura via libera all’ingresso di 17mila lavoratori extracomunitari. Le domande telematiche potranno essere inviate fino al 31 Dicembre, utilizzando il sistema disponibile sul sito del Ministero dell’Interno.
A renderlo noto è la Coldiretti, che evidenzia l’aumento delle quote riservate al settore agricolo. Passano infatti da 13mila dello scorso anno alle 17mila di quest’anno per gli ingressi stagionali, e da 4.600 dello scorso anno alle 5.750 di quest’anno per le conversioni dei permessi per lavoro stagionale in permessi di soggiorno per lavoro subordinato.
Novità che consentiranno a molte aziende agricole di stabilizzare il rapporto con i propri lavoratori stranieri che anno dopo anno sono entrati con i flussi stagionali.
Inoltre, con la modifica inoltre del Testo Unico sull’Immigrazione, da quest’anno risultano semplificati anche i requisiti per la richiesta del permesso stagionale pluriennale e la procedura di accoglimento dell’istanza per “silenzio-assenso”.
Sarà sufficiente che lo straniero abbia fatto regolare ingresso con permesso di soggiorno stagionale almeno una volta nei cinque anni precedenti per potervi avere accesso.
“Con il click day sarà presto possibile inoltrare le domande di ingresso on line per lavoratori stagionali extracomunitari che – sottolinea la Coldiretti – troveranno occupazione soprattutto in agricoltura”.
“Il comparto, insieme al turismo, è il settore con maggiori opportunità occupazionali principalmente per le grandi campagne di raccolta delle principali produzioni made in Italy: dalla frutta alla verdura, dai fiori al vino fino, ma anche negli allevamenti” aggiunge l’associazione.
Sono molti i distretti agricoli dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia. A svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto gli indiani mentre i macedoni sono coinvolti principalmente nella pastorizia.