Dai cavatelli con Lenticchie di Castelluccio e patata rossa di Colfiorito alla crema di pecorino amatriciano: la solidarietà finisce nel piatto
ROMA – Per salvare l’economia delle zone del Centro Italia distrutte dalla sequenza sismica iniziata lo scorso 24 Agosto anche la tavola e le ricette possono offrire un contributo. È quanto dimostrato oggi da Coldiretti con l’iniziativa #nonsolomatriciana.
Venti agrichef di Campagna Amica sono arrivati da tutta Italia all’agriturismo Fiorenire di Castignano (Ascoli Piceno), uno dei comuni del cratere sismico, per imparare le ricette con le tipicità salvate dalle macerie e diffonderle nelle proprie regioni.
Dai cavatelli con Lenticchie di Castelluccio e patata rossa di Colfiorito alla crema di pecorino amatriciano, fino alla zuppa di roveja con ciauscolo croccante, sono diverse le ricette per salvare i prodotti terremotati e offrire sbocchi di mercato per rilanciare l’economia e il turismo nelle aree colpite dal sisma.
Le pregiate Lenticchie di Castelluccio Igp umbre, le cui semine sono oggi a rischio a causa della rete stradale ancora interrotta dal sisma, sono state usate dagli agrichef in abbinamento a cavatelli di farina di solina e Patata rossa di Cofiorito Igp, altra specialità delle zone terremotate tra Umbria e Marche.
Il noto pecorino amatriciano è stato trasformato in una crema vellutata con carpaccio di asparagi crudi e uovo fritto, mentre il tipico ciauscolo marchigiano rende più gustosa una zuppa di roveja, cereale tipico del Maceratese, ed erbe di campo.
E anche la Mortadella di Campotosto Igp, specialità abruzzese, viene valorizzata gratinata su gnocchi di castagne in crema di cavolfiore.
“Ma l’obiettivo è quello di usare le specialità salvate dalle macerie in tante altre ricette e varianti nelle diverse regioni, grazie all’azione dei primi venti agrichef diplomati ufficialmente nella Marche al termine di un corso promosso dagli agriturismi di Campagna Amica, con ilpresidente nazionale dell’associazione Terranostra, Diego Scaramuzza”.
I prodotti locali salvati dalle macerie rischiano, infatti, di sparire per il crollo del 90% del mercato locale provocato dalla crisi del turismo e dallo spopolamento dovuto all’esodo forzato ma anche ai ritardi nella costruzione degli alloggi temporanei.
“Il crac delle vendite – sottolinea la Coldiretti – ha colpito maggiormente i formaggi, dal pecorino alle caciotte, anche in ragione del fatto che nelle zone colpite dal sisma è molto radicata l’attività di allevamento”.
A rischio c’è un patrimonio di specialità conservate da generazioni nelle campagne diventate simbolo del Made in Italy in tutto il mondo.
Dal pecorino di Farindola al pecorino Amatriciano, dalla lenticchia di Castelluccio al pecorino dei Sibillini, dal Vitellone Bianco Igp alla patata rossa di Colfiorito Igp. Senza dimenticare zafferano, tartufo, ciauscolo Igp, prosciutto di Norcia Igp, mortadella di Campotosto, caciofiore aquilano e ventricina teramana.