Coldiretti: paesaggio spettrale, produzione tagliata del 20% a cinque anni dalla comparsa del problema
ROMA – In Puglia non si ferma la strage di ulivi provocata da errori, omissioni, ritardi, e strumentalizzazioni che hanno favorito l’avanzare dalla Xylella Fastidiosa.
A quasi cinque anni dalla comparsa della fitopatia, sono migliaia gli ulivi seccati dalla Xylella. Per riaccendere i riflettori sulle problematiche degli agricoltori pugliesi, la Coldiretti ha chiamato a raccolta migliaia di coltivatori, cooperative, vivaisti provenienti da tutta la Puglia.
Era l’ottobre del 2012 quando fu data la prima segnalazione di anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo: i primi sintomi della Xylella fastidiosa, una lunga agonia che, oltre a seccare gli alberi prima a Lecce e, poi, a Taranto e a Brindisi, ha profondamente cambiato il tessuto economico e sociale pugliese.
In queste aree secondo le stime della Coldiretti almeno 140mila ulivi sono stati compromessi dalla Xylella fastidiosa con gli agricoltori che sono senza reddito da anni. La gestione della malattia ha portato ad una diminuzione del 20% della capacità produttiva del Salento e il conto rischia di salire se verrà perpetuato l’errore di non agire nelle aree dove la Xylella non è ancora insediata e dove ogni singolo focolaio va affrontato secondo normativa.
Per l’associazione “serve con urgenza un nuovo provvedimento che dichiari lo stato di calamità naturale, a valere sulla Legge 102/2004, e che ricomprenda anche le aree dichiarate infette negli ultimi due anni. “Ciò in modo da poter completare a stretto giro l’istruttoria delle pratiche per consentire ai coltivatori di poter essere sostenuti della risorse del Fondo di solidarietà nazionale” aggiunge la Coldiretti.
“Vanno inoltre erogati i fondi destinati a rimborsare l’estirpazione obbligatoria delle piante che giacciono incredibilmente nelle casse, in attesa di una manovra di assestamento di bilancio. Ma è necessaria anche la moratoria su crediti, mutui e contributi, in modo da far ‘respirare’ le aziende vicino al collasso” spiega l’associazione.
Infine, per la Coldiretti, “occorre guardare al futuro e continuare il pressing sull’Unione Europea per consentire la possibilità di reimpianto di nuovi uliveti resistenti nell’area affetta da Xylella fastidiosa”.