Lo ha deciso la Commissione italiana: la decisione il prossimo Dicembre a Seul
ROMA – Presto anche la cultura italiana del tartufo potrebbe entrare a fare parte del patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco. La Commissione italiana che si occupa delle candidature ha dato infatti il suo via libera al sistema-tartufo, che in Italia genera un business di oltre mezzo miliardo di euro.
La decisione è anche una forma di sostegno a Norcia e alle altre aree del cratere sismico del Centro Italia, famose anche per il prezioso fungo ipogeo.
Per la Coldiretti si tratta di “un passo importante per difendere un sistema segnato da uno speciale rapporto con la natura in un rito ricco di aspetti antropologici e culturali”. “Un segnale di attenzione che arriva dopo l’inaugurazione lo scorso 24 Febbraio della Fiera del Tartufo di Norcia da parte del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che ne ha sottolineato l’importanza per rilanciare il turismo nelle zone del terremoto” aggiunge l’associazione.
La richiesta di candidare a bene immateriale vivente da proteggere le ‘Pratiche e conoscenze della cultura del tartufo’ è sostenuta dalle 54 città italiane del tartufo, dalle 14 regioni lungo tutto lo stivale, insieme alle associazioni interessate.
La candidatura apre un anno importante per le eccellenze del made in Italy alimentare che si concluderà tra il 4 e l’8 Dicembre 2017. A Seul sarà esaminata dal comitato mondiale Unesco anche la candidatura per l’iscrizione dell’Arte dei Pizzaiuoli napoletani nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità Unesco a sostegno del quale si sta completando la raccolta di 2 milioni di firme in tutto il mondo con il forte sostegno della Coldiretti.