AIOM: in Italia la percentuale di guarigioni (78%) è più alta rispetto agli altri Paesi europei
ROMA – Dopo trent’anni, grazie all’immuno-oncologia, si registra un notevole passo in avanti per la cura delle neoplasie più diffuse come il tumore del polmone e della vescica.
In Italia infatti le guarigioni dei pazienti colpiti da cancro al polmone (14,3%) e della vescica (78%) sono più alte rispetto al resto d’Europa (rispettivamente 13% e 68,6%). Percentuali destinate a migliorare in modo significativo proprio grazie alle prospettive offerte dall’immuno-oncologia che riaccende il sistema immunitario contro la malattia.
In particolare per il tumore della vescica per la prima volta in 30 anni si registra un reale passo in avanti nella cura. È quanto emerso al convegno “Immunoterapia nei tumori del polmone e dell’urotelio, a che punto siamo?” promosso dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM).
“Stiamo entrando nella seconda fase dello ‘tsunami’ provocato da questa rivoluzione terapeutica, per questo possiamo parlare di immuno-oncologia anche per altre patologie neoplastiche” spiega il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM.
“Da un lato sono chiari i vantaggi dell’uso di questi farmaci in combinazione o in sequenza, a cui si aggiunge in prospettiva anche la possibilità di combinarli con quelle tradizionali per aumentarne l’efficacia. È indispensabile individuare fattori per selezionare al meglio i pazienti che hanno le migliori probabilità di ottenere un vantaggio, che può essere molto consistente, con l’immuno-oncologia” aggiunge.
“Tutto questo per ottenere insieme maggiore efficacia della cura e migliore utilizzo delle risorse economiche, riunendo in un unico perimetro il concetto di accesso alle cure innovative per tutti i pazienti e di sostenibilità per la sanità pubblica” conclude Pinto.
Il fumo di sigaretta è responsabile dell’85-90% di tutti i carcinomi polmonari. E al tabacco possono essere attribuiti i due terzi del rischio complessivo di tumore della vescica negli uomini e un terzo nelle donne.
“L’evidenza che i tumori responsivi all’immuno-oncologia abbiano un’origine legata al fumo conferma dati noti da anni nei modelli sperimentali, ovvero che la risposta immunitaria sia spontaneamente più forte contro mutazioni del DNA che rendono le cellule tumorali ‘aliene’ al nostro organismo e quindi da rigettare” spiega la prof.ssa Licia Rivoltini, Direttore Unità di Immunoterapia dei Tumori Umani all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
“L’immuno-oncologia sta modificando in maniera sostanziale uno scenario terapeutico che, nel carcinoma della vescica, era praticamente fermo a 30 anni fa, per decenni infatti sono mancate significative novità. Le persone colpite da questo tumore sono spesso anziane e fragili, con molte altre patologie che limitano l’uso della chemioterapia” conclude.