Romania, Albania e Marocco sono le nazionalità più rappresentate: in crescita anche Cina e Filippine
ROMA – Nelle scuole italiane sono 815mila gli alunni con cittadinanza non italiana presenti nelle classi, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di II grado. Gli studenti stranieri rappresentano il 9,2% della popolazione scolastica e la percentuale è pressoché stabile rispetto all’anno scorso (+0,1%).
Circa un quarto (203.979) degli alunni stranieri frequenta una scuola in Lombardia. Sono invece Romania, Albania e Marocco le nazionalità maggiormente rappresentate. In crescita anche quelle asiatiche, in particolare la Cina e le Filippine.
Un altro dato significativo che emerge dall’indagine statistica del Ministero dell’Istruzione sulla presenza degli alunni stranieri nel nostro sistema scolastico è quello relativo alla quota degli studenti con cittadinanza non italiana nati nel nostro Paese.
Sono quasi il 60% del totale degli stranieri. Negli ultimi cinque anni, dall’anno scolastico 2011/2012 al 2015/2016, l’incremento delle seconde generazioni è stato del 43,2%.
Per quanto riguarda la distribuzione nelle scuole, è tra i banchi della primaria che si ha il maggior numero di presenze. Anche se sono sempre più le ragazze e i ragazzi che scelgono di proseguire gli studi dopo il diploma della secondaria di I° grado. L’81,1% delle neodiplomate e dei neodiplomati ha optato per i percorsi di scuola secondaria di II grado, l’8,7% per quelli della formazione professionale regionale.
L’indagine, disponibile on line sul sito del Miur (http://www.istruzione.it/) è stata pubblicata in occasione del Seminario nazionale ‘Costruttori di Ponti’ che si è tenuto a Reggio Emilia e Gattatico.
“Siamo determinati a fare della scuola e dell’università motori dell’integrazione e dell’accoglienza della diversità”, ha dichiarato la ministra Valeria Fedeli nel saluto inviato in occasione del seminario.
“Proprio in questi giorni stiamo lanciando il bando che destina 50 milioni di euro di fondi PON affinché gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, anche in orario extrascolastico e di concerto con i territori e con le associazioni, potenzino le politiche di integrazione, promuovendo la conoscenza del fenomeno migratorio, sviluppando approcci relazionali e interculturali, creando nuove occasioni di socializzazione. Lavorando sulle competenze linguistiche e di base delle nuove e dei nuovi italiani e strutturando politiche che combattano la dispersione scolastica” ha concluso.