Indagine Coldiretti: meno 90% degli arrivi nelle aziende situate nelle aree del cratere
PERUGIA – Sono crollate del 64% nel mese di Dicembre le presenze dei turisti stranieri nell’Umbria terremotata. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Banca d’Italia dal quale si evidenzia come il sisma abbia influenzato l’andamento del turismo nel nostro Paese nel 2016 come illustrato da Confcommercio al Forum di Cernobbio.
Un andamento negativo che ha pesato sull’intera economia delle aree terremotate con il crollo anche delle spese turistiche degli stranieri che a dicembre in Umbria sono scese del 60% ad appena 2 milioni di euro.
Se si considera invece l’intero 2016 il calo è comunque rilevante ma contenuto al 15%, per un totale di 116 milioni di euro.
Gli agriturismi sono i più danneggiati dal terremoto con le presenze praticamente azzerate per un crollo di oltre il 90% degli arrivi in quelli situati nelle aree del cratere tradizionalmente vocate per vacanze, picnic e gite fuori porta in campagna, grazie alla bellezza dei paesaggi e alla qualità dell’offerta gastronomica.
Nei 131 comuni del cratere colpito dai terremoti del 24 Agosto e del 26 e 30 Ottobre secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat, operano 444 agriturismi dei quali 42 in Abruzzo, 40 nel Lazio, 247 nelle Marche e 115 in Umbria dove la momento le uniche presenze residuali si riferiscono a quanti sono impegnati nell’opera di ricostruzione.
“Per incentivare il turismo nelle regioni colpite dal sisma sarebbe importante prevedere la detraibilità delle spese sostenute dai turisti per i soggiorni nelle strutture ricettive agrituristiche che potrebbero essere considerate oneri deducibili a lato della dichiarazione dei redditi” afferma la Coldiretti.
“Per risollevare il turismo occorre anche un impegno a livello di promozione per riportare le persone in queste aree. Un esempio è l’iniziativa ‘Fai Pasqua da noi!’ promossa da Campagna Amica in vista delle prossime vacanze pasquali per favorire una prima ripresa delle presenze” aggiunge la Confederazione.
“Ma la sfida più importante è quella di far ripartire le attività produttive a livello generale, iniziando dal garantire in tempi stretti l’arrivo di stalle mobili e moduli abitativi a tutte le aziende e gli allevamenti danneggiati, superando i pesanti ritardi accumulati. Solo così sarà possibile risollevare l’economia dei territori terremotati” conclude la Coldiretti.