In mostra dall’11 Aprile al 17 Settembre 130 opere che esplorano il codice artistico del genio spagnolo
BOLOGNA – Trasgressivo, anticonformista e selvaggio, l’artista catalano Joan Miró per tutta la vita ha affiancato alla sua anima più contemplativa una poetica unica tra sogno e colore. Un connubio per sfuggire alla banalità e al convenzionalismo, dando vita a un linguaggio artistico universale ma allo stesso tempo unico e personale.
La mostra Miró! Sogno e colore, che apre a Palazzo Albergati a Bologna l’11 Aprile, vuole raccontare il codice artistico del genio spagnolo: una rassegna esaustiva della sua opera che lasciò un segno inconfondibile nell’ambito delle avanguardie europee.
In mostra 130 opere tra cui 100 olii di sorprendente bellezza e di grande formato che raccontano a Bologna la sua storia che si intreccia con quella variopinta e fascinosa dell’isola di Maiorca dove Miró visse dal 1956 fino alla morte nel 1983. Quì concretizzò il suo grande desiderio, ovvero di poter creare in un ampio spazio tutto suo, uno studio dove lavorare protetto dal silenzio e dalla pace che solo la natura poteva offrirgli.
Dopo la sua morte, proprio a Maiorca, la Fondazione Pilar i Joan Miró, da dove provengono tutte le opere in mostra, custodisce una collezione donata dall’artista e da sua moglie che conta 5000 pezzi e che conserva ancora (nel bianco edificio inondato di luce sospeso nel verde che era il suo studio) pennelli, tavolozze e attrezzi del mestiere rimasti lì dal giorno in cui è morto, come lui li aveva lasciati.
Lo studio, che Miró aveva tanto desiderato, è ricostruito scenograficamente all’interno degli spazi di Palazzo Albergati.
Sogno e colore di Mirò, la sua interiorità e il modo di pensare, il profondo attaccamento alle sue radici e identità, la continua ricerca di novità: queste le chiavi per comprendere capolavori come Femme au clair de lune (1966), Oiseaux (1973) e Femme dans la rue (1973) oltre a schizzi – tra cui quello per la decorazione murale per la Harkness Commons-Harvard University – tutti provenienti da Palma di Maiorca, tutti esposti a Bologna per raccontare la sperimentazione ricercata da Mirò all’interno delle principali correnti artistiche del ventesimo secolo come il Dadaismo, il Surrealismo e l’Espressionismo.
Patrocinata dal Comune di Bologna, Miró! Sogno e colore apre a Palazzo Albergati di Bologna dall’11 aprile al 17 settembre ed è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con Fondazione Pilar e Joan Miró di Maiorca e curata da Pilar Baos Rodríguez e Francisco Copado Carralero.
La mostra Miró! Sogno e colore è dedicata alla memoria del Maestro Camillo Bersani, recentemente scomparso. Artista e scultore bolognese, discreto ed entusiasta allo stesso tempo, ha permesso che Palazzo Albergati – di proprietà della famiglia – diventasse uno dei più importanti luoghi espositivi in Italia.
Conoscere Joan Miró: vita e opere in cinque punti
1. Pittore, scultore e ceramista, Joan Miró (1893-1983) è uno dei più importanti artisti spagnoli. Da ragazzo studia economia e sembra destinato a lavorare come contabile in una drogheria. Sarà un esaurimento nervoso all’età di 18 anni a fargli cambiare vita.
2. Nel 1920 si trasferisce a Parigi, dove conosce Picasso e frequenta il circolo dada di Tristan Tzara. Torna a Barcellona nel 1932 ma allo scoppio della Guerra Civile Spagnola è costretto a fuggire nella capitale francese; nel 1940 però la città viene invasa dai nazisti, così decide di fare ritorno in Spagna.
3. Durante la Guerra Civile Spagnola si unisce alla causa dei Repubblicani, raccogliendo fondi per loro. All’Esposizione internazionale di Parigi del 1937, dà il suo contributo all’allestimento del padiglione della Spagna Repubblicana col murales “El segador”, simbolo dell’identità catalana.
4. È considerato il più fervente esponente del surrealismo; le sue opere hanno un aspetto onirico e allucinatorio grazie all’impiego di colori forti e decisi come il giallo, il nero, il rosso o il blu. La sua arte è fatta di forme essenziali, come se l’artista spogliasse il soggetto di tutto ciò che è superfluo.
5. Il Governo portoghese, per fare fronte alla crisi, nel febbraio 2014 ha messo all’asta circa un’ottantina di opere di Miró. La decisione ha suscitato enormi polemiche.