I dieci consigli del Codacons per risparmiare sulla spesa per le festività
ROMA – Uova di Pasqua più amare quest’anno per i consumatori italiani. Lo denuncia il Codacons, che sta registrando sensibili rincari dei prezzi al dettaglio su tutto il territorio nazionale per il prodotto tipico della festività.
“Mediamente quest’anno un uovo di cioccolato costa il 7% in più rispetto al 2016” spiega il presidente Carlo Rienzi.
Ad alimentare la corsa al rialzo dei listini è prima di tutto la crisi internazionale che da mesi ha colpito i Paesi produttori, con Costa d’Avorio e Ghana in testa. Ma i prezzi crescono anche per effetto del caro-benzina (oggi alla pompa un litro di verde costa l’11% in più rispetto ad aprile 2016) che incide non sono sui costi di trasporto, ma anche su quelli di produzione.
Non a caso sensibili rincari dei listini si registrano anche per altri prodotti tipici della Pasqua, come la classica colomba (+6%), il salame corallina (+4%) o l’abbacchio (+3%)”.
“A causa delle tensioni dei prezzi, quest’anno la spesa degli italiani per uova di Pasqua, colombe e dolciumi vari raggiungerà la cifra di 430 milioni di euro” stima il Codacons.
Per aiutare le famiglie a non svuotare il portafogli, l’associazione dei consumatori diffonde una guida pratica con le regole da seguire per risparmiare sulla spesa di Pasqua e fare acquisti in tutta sicurezza.
- Prodotti civetta. Nei grandi supermercati si vendono uova o colombe a prezzi stracciati anche prima di Pasqua. Sono i cosiddetti prodotti “civetta”, distribuiti sottocosto per attirare consumatori nel supermercato e poi vendere anche tutto il resto (agnello, affettati, ecc.). Approfittate dell’offerta, ma andate con la lista dettagliata della spesa, obbligandovi a rispettarla. Eviterete di dissipare il vantaggio ottenuto con acquisti di cose inutili.
- Dove acquistare. È importante scegliere con cura il negozio in cui fare gli acquisti. Ricordatevi che, per le colombe e leuova di Pasqua, gli esercizi commerciali più convenienti sono: hard discount (si risparmia fino al 50% rispetto al negozio tradizionale), e gli ipermercati (-30% rispetto al negozio).
- Confrontate i prezzi reali. Non fermatevi al prezzo della confezione, spesso hanno pesi diversi. Meglio abituarsi a guardare i prezzi al chilo.
- 3 X 2. Possono essere offerte vantaggiose ma che ve ne fate di 3 confezioni di colombe? Se non dovete regalarla, ricordatevi che è un prodotto soggetto a scadenza.
- Provate prodotti alternativi a quelli delle marche pubblicizzate e famose. Non è detto che non siano di buona qualità. Spesso ci sono, ad esempio, linee di prodotti con lo stesso nome e marchio del supermercato: il loro prezzo è mediamente inferiore del 10-15% rispetto agli articoli reclamizzati negli spot e sono solitamente di buona qualità.
- No alle incette. Da martedì i prezzi di uova e colombe magicamente scenderanno. Non fate, quindi, inutili incette.
- Uova o cioccolato? Ricordatevi che le uova costano molto di più rispetto ad una tavoletta di cioccolato e ad una sorpresina comperata a parte, che avrete il vantaggio di poter scegliere, rispettando così anche i criteri di sicurezza (le sorpresine dell’uovo possono essere pericolose perché troppo piccole).
- Qualità prima dell’acquisto. L’unico strumento che avete per valutare la qualità a scatola chiusa è l’etichetta. Ricordatevi che la lista degli ingredienti deve essere, per legge, in ordine decrescente di concentrazione. I primi ingredienti sono i più abbondanti e poi, scendendo, diminuiscono di quantità.
- Uova. Un cioccolato per essere al top dovrebbe contenere, nell’ordine: cacao in polvere e burro di cacao (pasta di cacao), zucchero, latte in polvere, aromatizzanti naturali. Il burro di cacao è l’elemento più importante: verificate, quindi, a che punto della lista si colloca.
- Colomba. Una colomba per essere al top dovrebbe contenere, nell’ordine: farina, zucchero, uova, burro, canditi. In particolare le uova devono essere di categoria A (no all’albume in polvere), il burro, da preferire decisamente alla margarina, deve essere in quantità non inferiore al 16%,mentre i canditi non devono essere meno del 15% (tra 15 e 20%). Il latte è facoltativo. Se c’è è preferibile che non sia scremato e va decisamente evitato quello in polvere. E i conservanti? Meglio che non ci siano. Se si usano materie prime di qualità non c’è bisogno di conservanti per arrivare alla data di scadenza. La certificazione di un ente indipendente che attesta che il prodotto è ogm-free è indice della serietà della ditta.