La mostra, inaugurata sabato, sarà visibile fino all’11 giugno
ROMA – Con la mostra “Io e te” il fotografo perugino Claudio Montecucco torna ad esporre in Umbria, al termine di una serie di rassegne che hanno portato le sue opere in importanti consessi nazionali e internazionali, tra i quali il Fotofever Art Fair di Parigi 2015 e il VOGUE PHOTO FESTIVAL di Milano 2016.
La mostra, realizzata da Sistema Museo, in collaborazione con il Comune di Montefalco, rappresenta un’utile occasione per fornire uno sguardo ampio sulla produzione artistica di Montecucco, basata su uno stile che mira a reinterpretare in chiave moderna la fotografia classica d’autore. La mostra “Io e te” è visitabile al Complesso museale di San Francesco dal 16 aprile all’11 giugno 2017. L’inaugurazione si terrà sabato, alle ore 17.
L’artista e le sue opere
Uomo di strada, come si definisce lui stesso, Claudio Montecucco ama trascorrere le proprie giornate osservando la vita che scorre nelle vie e nei vicoli delle città. È in questi contesti dinamici e mutevoli che si svolge la sua ricerca artistica, una ricerca spasmodica, a tratti maniacale, profondamente sentita. Nelle sue foto si avverte come preminente il voler fare emergere la carica emotiva dei soggetti scelti; la sua è una fotografia strettamente personale, frutto non di un vezzo artistico ma del bisogno di condensare in uno scatto sensazioni ed emozioni che altrimenti andrebbero perse. L’importanza riservata a questo aspetto è totalizzante e condiziona in maniera irreversibile ognuna delle immagini create: le sgranature, le messe a fuoco particolari, i tagli spesso anomali nascono e sono espressione compiuta della sua più intima sensibilità.
La sua è la ricerca dell’imperfezione perfetta, della foto talmente “vera” da sembrare quasi costruita o posata, sebbene i soggetti prescelti siano ignari di tutto. Sceglie con cura Montecucco, non lascia nulla al caso; queste persone ispirano inconsapevolmente il fotografo semplicemente compiendo azioni della routine quotidiana come ad esempio camminare, leggere un libro, salire su una macchina, in maniera cosi naturale da riflettere intensamente all’esterno la loro carica interiore. Sono persone autentiche, che non stanno indossando maschere o recitando un ruolo. Una volta individuato il soggetto, è necessario studiarne a fondo le abitudini, i percorsi compiuti, gli atteggiamenti, mettendoli in relazione con il contesto, con le luci, le ombre, le architetture che fanno da scenario a questi scatti; nella costruzione della foto non sono essenziali i volti, che di fatto risultano quasi sempre elementi secondari.