Il Codacons: “Non basta, serve nuova regolamentazione del settore da parte del Governo”
ROMA – La vicenda Uber si arricchisce di un nuovo capitolo dopo la decisione del Tribunale di Roma che ha accolto la richiesta di sospensiva dell’ordinanza che richiedeva l’interruzione dei servizi a partire dal prossimo 17 Aprile.
Sei giorni fa i giudici avevano accolto un ricorso presentato da alcune associazioni dei tassisti per concorrenza sleale e avevano ordinato lo stop entro dieci giorni dei servizi offerti da Uber in Italia con la App Uber Black. Lo stop avrebbe riguardato anche le altre App di Uber: Lux, Suv, X, XL, Select e Van.
In una nota il Codacons ritiene “estremamente positiva la decisione odierna”. “Gli utenti potranno ancora beneficiare dei servizi offerti da Uber e quindi di maggiore concorrenza e più scelta nel settore dei trasporti. Ma non basta. Il Tribunale deve consentire alla società statunitense di operare anche in futuro e senza limitazioni sul territorio italiano” aggiunge l’associazione dei consumatori.
“In tal senso il Governo deve subito varare norme che adattino il nostro ordinamento alle nuove possibilità offerte dal mercato, per permettere non solo ad Uber ma anche ad altre realtà che utilizzano le app di poter offrire servizi ai cittadini, in modo da incrementare la concorrenza e offrire maggiori possibilità di scelta agli utenti” conclude il Codacons.
Scontro totale tra Codacons e Unione Radiotaxi Italiani
Intanto è guerra aperta tra l’associazione dei consumatori e l’URI-Unione Radiotaxi Italiani. Nel mirino della sigla sindacale è finita la proposta del Codacons che si è offerta di sostituire Uber dopo lo stop (ora sospeso) intimato dal Tribunale della Capitale.
“Evidentemente a Uritaxi e ai tassisti in generale sfugge che al Codacons non interessa difendere Uber o qualsiasi altra società, indipendentemente dal suo nome, ma l’unica cosa per cui ci battiamo e continueremo a batterci è l’aumento della concorrenza sul fronte dei trasporti pubblici non di linea, nell’esclusivo interesse degli utenti” spiega l’associazione.
“Fanno sorridere le affermazioni del presidente dell’URI secondo cui Uber sarebbe una azienda criminale (perché viola le leggi italiane), così come criminali sarebbero gli autisti affiliati ad Uber, da lui accusati di omicidio, aggressioni, stupri ecc” prosegue il Codacons.
“È proprio il caso del ‘bue che dice cornuto all’asino’, dal momento che secondo Bittarelli tutti i tassisti sarebbero delle monachelle innocenti. Peccato che decine e decine di conducenti di auto bianche siano stati coinvolti in pesantissimi reati, dall’omicidio all’aggressione, passando per le minacce e per violenze di ogni tipo. Per non parlare delle innumerevoli truffe perpetrate dai tassisti ai turisti stranieri” prosegue la nota del Codacons.
“Forse farebbero bene Bittarelli e i tassisti a guardare al proprio orticello, e a non avere paura né della concorrenza, né dei bancomat, considerato che a Roma trovare un tassista che accetti il pagamento con Pos è oramai una impresa” conclude l’associazione dei consumatori.