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Manovra, spunta norma per favorire uso degli autovelox da parte dei comuni

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Il Codacons chiede l’intervento dei Prefetti e si dice pronto a impugnare la norma

Nel mirino del Codacons l’articolo 61 della “manovrina”

ROMA – Nella manovra correttiva dei conti pubblici spunta la norma pro autovelox, una misura che permetterà alle amministrazioni delle grandi città di disseminare le strade di autovelox e utilizzare i proventi delle multe elevate da tali strumenti per fare cassa e coprire i buchi di bilancio. Lo denuncia il Codacons, che chiede l’intervento dei Prefetti e si dice pronto ad impugnare la norma nelle sedi opportune per tutelare gli automobilisti.

Come spiega l’associazione dei consumatori l’articolo 61 della manovra recita infatti: “Per gli anni 2017 e 2018, le città metropolitane, in deroga alla legislazione vigente, possono utilizzare le quote di cui all’ articolo 142 del decreto 285 del ’92 (codice della strada, ndr) per il finanziamento degli oneri riguardanti funzioni di viabilità e polizia locale”.

In sostanza, sottolinea il Codacons, le città metropolitane potranno ricorrere alle multe inflitte con gli autovelox per autofinanziarsi e pagare gli stipendi ai vigili urbani e realizzare opere stradali, senza alcun limite. Tutto ciò “in deroga alla legislazione vigente”, ossia non dovendo rispettare i vincoli previsti dall’articolo 208, comma 4 del Codice della strada che impone di devolvere una quota non inferiore a un quarto dei proventi alla sicurezza stradale (segnaletica, cartellonistica, ecc.).

“Noi siamo a favore della sicurezza stradale e per multe severe nei confronti di chi non rispetta i limiti di velocità, ma questa norma, così come studiata, appare pericolosissima perché le amministrazioni, grazie a tale misura, potranno disseminare le strade di autovelox e utilizzare i soldi delle multe non per incrementare la sicurezza sule strade, ma per coprire i buchi di bilancio, pagare straordinari e stipendi dei vigili e realizzare opere stradali per le quali i cittadini pagano già le tasse” afferma il presidente Carlo Rienzi.

“Per questo i Prefetti devono vigilare approvando la collocazione dei rilevatori di velocità solo dove realmente necessario, assicurandone un uso conforme all’interesso pubblico. Da parte nostra siamo pronti ad impugnare il provvedimento nelle sedi opportune, allo scopo di evitare che si legittimi la trasformazione degli automobilisti in bancomat” conclude Rienzi.

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