Secondo i dati pubblicati in Gazzetta Ufficiale nel 2015 si registra un -15,8% rispetto all’anno precedente
ROMA – L’utilizzo di animali a fini scientifici in Italia continua a diminuire. È quanto emerge dai dati statistici relativi al 2015 pubblicati in Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n. 95, del 24 Aprile 2017.
Come spiega il Ministero della Salute i dati si riferiscono all’utilizzo degli animali per fini scientifici su un arco temporale di 12 mesi secondo le modalità previste dalla Direttiva 2010/63/UE, recepita in Italia con il decreto legislativo n. 26/2014.
I numeri del 2015 registrano un totale di 581.935 animali utilizzati, evidenziando un calo del 15,8% rispetto all’anno precedente, a quasi 110 mila unità in meno.
“Una tendenza alla diminuzione oramai consolidata nel nostro Paese che conferma il rigore nell’applicazione delle nuove procedure dettate dalla legislazione entrata in vigore nel 2014” spiega il dicastero in una nota.
La riduzione del numero degli animali utilizzati riflette anche la riduzione del loro impiego nell’ambito di progetti finalizzati sia alla ricerca di base, – 24,5%, che alla ricerca applicata, ovvero quegli studi che verificano la possibilità di trasformare le scoperte scientifiche in applicazioni, -32,7%.
L’impiego nell’ambito regolatorio, cioè per quelle attività scientifiche obbligatorie e disciplinate da altra normativa, come ad esempio per la verifica della tossicità e salubrità di vaccini e dei farmaci, ha fatto registrare, invece, un aumento, del 14,5%.
Per quanto riguarda le specie animali si evidenzia, in primo luogo, una riduzione vicina al 50% dell’impiego dei primati non umani. In diminuzione rispetto al 2014 anche l’utilizzo di topi e ratti. Un considerevole incremento è stato registrato, invece, per l’impiego dei conigli e dei cani, dovuto, per questi ultimi, esclusivamente all’utilizzo nei progetti regolatori.