Idee diverse e accuse sul salvataggio della compagnia aerea: scintille tra le associazioni dei consumatori
ROMA – La crisi Alitalia scatena la battaglia tra associazioni dei consumatori. Per una, il Codacons, è fondamentale dire basta agli aiuti di Stato. Per l’altra, Federconsumatori, bisogna definire un piano industriale e tranquillizzare la clientela.
Ad aprire le danze è stata Federconsumatori, che in una nota spiega che “liquidare la vicenda Alitalia come ‘abbiamo già dato’ non solo definisce una forte insensibilità sociale dato che siamo di fronte ad una grande impresa che occupa migliaia di lavoratori tra occupati diretti ed indiretti ma anche cecità economica per le ricadute finanziarie che il fallimento, o la svendita anche spezzettando l’impresa, comporterebbe. Senza ovviamente dimenticare gli effetti che simili disastrose conseguenze avrebbero su un settore delicatissimo quale quello del nostro turismo”.
Il presidente Rosario Trefiletti aggiunge che bisogna “operare al meglio perché la fase di commissariamento sia utile e proficua per ricercare soluzioni di risanamento attraverso seri piani industriali basati su accordi con altri gestori che non escludano la vendita,ma non la svendita, sulla modifica di rotte e su nuove e più convincenti politiche tariffarie. Risanare significa insomma non desistere dal recuperare ruoli e funzioni ad una impresa che è già costata alla collettività oltre 7 miliardi e che quindi si deve far di tutto perché quelle risorse non vadano perse definitivamente”.
Oltre al chiaro riferimento alla posizione espressa dal Codacons, a gettare benzina sul fuoco ci ha pensato lo stesso presidente di Federconsumatori con un tweet ‘avvelenato’.
Una volta che avrei apprezzato interventi #clonacons su nostre posizioni Alitalia mi ritrovo con insensibilità sociale e ignoranza economica
— Rosario Trefiletti (@3filetti) April 29, 2017
La risposta del Codacons non si è fatta attendere. “Federconsumatori, associazione costola della Cgil ci ha duramente contestato: siamo ‘colpevoli’ di voler tutelare i portafogli degli italiani contro qualsiasi ipotesi di salvataggio di Alitalia a carico della collettività” spiega l’associazione.
Nello specifico il Codacons aveva ricordato con un comunicato che la compagnia aerea è costata finora ai cittadini 7,4 miliardi di euro, con una spesa media di 308 euro a famiglia negli ultimi anni.
Una posizione che ha indotto Federconsumatori alle accuse di “forte insensibilità sociale” e “cecità economica”.
“Una insensibilità e cecità che, tuttavia, avevano colpito la stessa Federconsumatori appena 3 anni fa!” ribatte il Codacons.
“L’associazione della Cgil, infatti, il 14 luglio del 2014 emanava un comunicato stampa nel quale sosteneva esattamente le stesse tesi avanzate oggi dal Codacons, allegando una tabella con i costi sostenuti dai consumatori per le operazioni Alitalia, definendosi “preoccupata che si possa ripetere ancora una volta quanto già accaduto per il precedente ‘salvataggio Alitalia’, con un costo di oltre 4 miliardi di euro addossato alla fiscalità generale, a viaggiatori, lavoratori, azionisti ed obbligazionisti”, e affermando testualmente “vigileranno – anche con denunce all’Antitrust Europeo ed alle competenti commissioni – per non far replicare l’ennesima operazione avventurose dei capitani coraggiosi, a danno di consumatori e famiglie taglieggiate”.
“Forse il presidente di Federconsumatori ha la memoria corta, e alla ricerca di facile visibilità cerca forse di legarsi alle denunce Codacons per ottenere citazioni sulla stampa, dimenticando che le tesi che oggi contesta sono le stesse che ha sostenuto in passato (vedere il seguente link: http://www.federconsumatori.it/Showdoc.asp?nid=20140714142657)” aggiunge il Codacons.
“Farebbe bene l’associazione della Cgil a preoccuparsi degli interessi dei cittadini italiani, pensando anche a quegli utenti che negli ultimi anni hanno sborsato 7,4 miliardi di euro e che non sono disposti a ulteriori sacrifici per salvare la compagnia aerea” conclude il Codacons.