Centrodestra sulle barricate: “Così un cittadino può difendersi solo se è aggredito di notte”
ROMA – Ha scatenato un putiferio, e non solo politico, l’approvazione da parte della Camera del testo della proposta di legge sulla legittima difesa. Non poteva essere altrimenti, del resto, dopo che ieri il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, aveva dettato la linea dura ai deputati azzurri: No secco alla modifica all’articolo 59 del codice penale in materia di legittima difesa (A.C. 3785-A/R e abb.). Il provvedimento, che ora passa all’esame del Senato, è stato approvato con 225 voti a favore e 166 contrari; 11, invece, gli astenuti.
“All’articolo 59 del codice penale è aggiunto, in fine, il seguente comma: «Nei casi di cui all’articolo 52, secondo comma, la colpa dell’agente è sempre esclusa quando l’errore è conseguenza del grave turbamento psichico causato dalla persona contro la quale è diretta la reazione»” è la modifica sulla legittima difesa votata oggi.
In Aula e sui social (dove non è mancata l’ironia a suon di hashtag #legittimadifesa) durante la discussione e dopo il voto è scattata la protesta delle opposizioni, con gli esponenti di centrodestra sulle barricate.
Ma cosa non piace della proposta di legge “Ermini”? Il nodo è, fatta salva la necessità che vi sia proporzione tra difesa e offesa, l’ampliamento della fattispecie della legittima difesa alle aggressioni notturne.
“La situazione di «grave perturbamento psichico», prevista nel quinto comma dell’articolo 59 del codice penale, introdotto dalla presente proposta di legge, trova infatti dei facili indicatori oggettivi dati dal tempo (ad esempio di notte o in orario tale da creare comunque sorpresa e spavento – come potrebbe essere nelle ore più calde d’estate quando chi è in casa sta riposando), dalle modalità dell’aggressione, dalla rappresentazione che di sé dà l’aggressore (apparentemente armato o travisato), dalla qualità della persona o delle persone aggredite o comunque presenti in casa (persone anziane, donne, adolescenti o bambini), da precedenti aggressioni subite dalle stesse persone o da vicini di casa o da conoscenti che abbiano avuto gravi conseguenze” si legge nel testo.
“Vi è, insomma, tutta una serie di indicatori, che limitano la discrezionalità e contemperano le esigenze di garantire una legittima difesa anche putativa, che non travalichi però i confini, che uno Stato di diritto deve assicurare, tra il sacrosanto diritto dei cittadini all’autodifesa quando lo Stato non possa intervenire tempestivamente e il concedere a chiunque la licenza di uccidere impunemente un essere umano solo perché ha commesso o tentato di commettere una violazione di domicilio, fuggendo quando avverte la presenza del proprietario. In tali casi sarà consentita la difesa, ma nei rigorosi limiti della proporzione, «presunta» solo in presenza dei requisiti stabiliti dal secondo comma dell’articolo 52 del codice penale” si legge ancora.
Legittima difesa: le reazioni
“Per il Pd un cittadino può difendersi solo se è aggredito… di notte. Di giorno e di pomeriggio? TUTTO LECITO! Orgoglioso di aver gridato “VERGOGNA!” a questo governo che arma i DELINQUENTI e non difende i cittadini! #legittimadifesasempre” ha scritto su Facebook il leader della Lega Nord, Matteo Salvini.
Per Silvio Berlusconi (Forza Italia) il Pd “non ha voluto scrivere una legge in grado di tutelare le persone perbene. Non si può chiedere alle vittime di dimostrare di essere vittime”. “Il testo finale non è certo adeguato al bisogno di sicurezza degli italiani e a ciò che tutti gli italiani si attendono” ha aggiunto l’ex premier.
Alcuni deputati di Fratelli d’Italia, dopo il via libera della Camera, si è incatenato in piazza Montecitorio: “Vogliamo uno Stato vicino alle vittime e non ai criminali. Per noi la difesa è sempre legittima” ha affermato la leader del partito, Giorgia Meloni.
Il Movimento 5 Stelle, attraverso una nota dei componenti della Commissione Giustizia, spiega che “il dibattito sulla legittima difesa è stato puramente basato sulla propaganda elettorale dimenticando la realtà, per questo motivo abbiamo votato contro”.
“La sicurezza e la giustizia devono essere in primis assicurati dallo Stato. Ma diventa difficile se i governi precedenti e attuali non investono risorse sulle forze dell’ordine o su piani di prevenzione. Questo il punto cruciale sul perché i cittadini si sentono insicuri. Abbiamo fatto una proposta concreta in merito all’indennizzo dovuto alle vittime di reati violenti, perché ad oggi è un fondo assolutamente inutile per i tanti troppi paletti messi per impedire che tutti i cittadini possano accedervi. Questa nostra proposta concreta è stata bocciata, così chi subisce un reato violento non ha assolutamente nessun sostegno da parte dello Stato, ed è una vergogna” affermano i pentastellati. Di tutt’altro tenore, ovviamente, le reazioni del Pd. Ettore Rosato, ad esempio, su Facebook scrive: “Chi aggredito in casa, minacciato, magari di notte, in una situazione di reale pericolo per i suoi cari, reagisce per difendersi, potrà non essere perseguito. Lo stabilirà il giudice sulla base del provvedimento approvato oggi alla Camera. C’è la possibilità di reagire, ma senza farsi giustizia da sé. Inoltre, in caso di assoluzione sarà lo Stato a farsi carico delle spese giudiziarie”.
“Un provvedimento che tiene conto della domanda di sicurezza dei cittadini senza strumentalizzare le paure o autorizzare il Far west. Una risposta ragionevole in perfetta sintonia con le norme in vigore nella maggior parte dei paesi europei. In sintonia con tutte le misure adottate in questi anni – a cominciare da più soldi per le forze dell’ordine – per garantire città sicure e cittadini liberi dalla paura” aggiunge l’esponente del Partito democratico.
Sulla proposta di legge licenziata a Montecitorio sono intervenute anche le associazioni dei consumatori. Per il Codacons “la normativa sulla legittima difesa rischia di trasformarsi in un regalo per i produttori di armi senza tuttavia incrementare la sicurezza”. “La lobby delle armi starà esultando” afferma il presidente Carlo Rienzi.
“Questa norma, infatti, incrementerà il business dei produttori legittimando la corsa all’acquisto di armi in Italia, e aumentando i pericoli senza incidere sulla sicurezza privata. Per questo riteniamo indispensabile non solo un giro di vite sul rilascio del porto d’armi, che deve essere concesso solo in condizioni di reale necessità, ma anche un inasprimento delle pene per chi nel nostro Paese utilizza armi senza essere in possesso di regolare autorizzazione” conclude Rienzi.