La denuncia dell’associazione Per la Vita di Castelluccio di Norcia Onlus dopo mesi dalle prime scosse di terremoto
PERUGIA – I trattori per la semina della pregiata lenticchia, dopo mesi di trattative e proteste sono riusciti nelle settimane scorse a salire fino a Castelluccio di Norcia. Per tutti gli altri, invece, raggiungere la piccola perla dei Monti Sibillini, distrutta dalla sequenza sismica iniziata nell’Agosto 2016, è ancora praticamente impossibile.
A più di sei mesi dall’evento sismico del 30 Ottobre e quasi nove da quello del 24 Agosto, i problemi di viabilità nell’area ancora non trovano soluzione. Da quel giorno Castelluccio di Norcia è isolato: tutte le strade di collegamento con i paesi limitrofi sono chiuse, per problemi di vario genere. È quanto denuncia l’associazione Per la Vita di Castelluccio di Norcia Onlus.
“La situazione peggiore è quella della S.P. 477 Castelluccio-Norcia, in alcuni tratti interessata da notevoli cedimenti oltre che dalla caduta di molti massi. Chiusa per una frana che l’ha interessata ad un chilometro dal valico della Cona è la S.P. 136 del Pian Perduto che sale da Castelsantangelo sul Nera e permette di raggiungere Castelluccio. Lo stesso vale per la terza via, la S.P. 34 di Forca di Presta, chiusa a causa di dissesti minori della sede stradale, ma ad oggi l’unica percorribile, grazie ai permessi che vengono gentilmente rilasciati dal Comune di Arquata” spiega la Onlus.
“Dal 30 ottobre, nonostante da più parti sia stato garantito che il ripristino della viabilità è la priorità delle priorità, la situazione è rimasta praticamente la stessa, in quanto nessun lavoro è stato avviato su una delle tre arterie, ad eccezione del disgaggio massi autorizzati sulla 477 ancora prima delle scosse d’autunno” prosegue l’associazione.
“Sulla S.P.34, benché gli interventi di risistemazione della sede stradale siano di modesto importo, non è stato fatto ancora nulla e l’ordinanza di divieto al traffico (anche pedonale) è tuttora valida.
Sulla S.P. 136 del Pian Perduto, non è previsto che i lavori inizino a breve per il numero enorme di interventi che l’ANAS dovrà effettuare su tutto il territorio marchigiano colpito dal sisma” si legge ancora nella nota.
La difficile situazione sul versante umbro è stata spiegata nel corso di un incontro pubblico dalle autorità responsabili della gestione post sisma. Nell’occasione è stata garantita, come già fatto lo scorso Gennaio, la riapertura della Provinciale 477 entro fine Giugno/inizio Luglio per consentire a tutti di ammirare la splendida fioritura dell’altopiano di Castelluccio.
“La notizia, tuttavia, è stata subito smentita dai vertici della Provincia di Perugia, ente proprietario della strada, che cura l’appalto delle opere. ‘Non vogliamo creare false aspettative. Al momento è azzardato definire la data di ultimazione dei lavori’” sottolinea la Onlus dei castellucciani che di fronte a tali contraddizioni, ha cercato di vederci chiaro.
“Dall’albo pretorio della Provincia di Perugia risulta che, dei 4 appalti per i lavori resisi necessari dopo il 30 ottobre, è in fase di assegnazione solo il primo lotto, del valore di circa 700.000 euro, con scadenza per la presentazione delle offerte fissata l’8 Maggio e termine per l’esecuzione dei lavori a 3 mesi dalla consegna. L’appalto comprende la bonifica e il consolidamento delle pareti rocciose in prossimità del ripetitore televisivo. In seguito si passerà all’assegnazione dei lavori di risistemazione della sede stradale, per i quali non è stata ancora indetta alcuna gara” afferma l’associazione.
“Appare dunque quanto mai difficile che la strada possa essere riaperta entro i primi di luglio, dovendo ancora assegnare almeno 2-2,5 milioni di euro di lavori che richiederanno tempi congrui. Inoltre fonti ufficiali dell’ANAS confermano che per la galleria di Forche Canapine i lavori non si potranno completare prima della fine del 2017. Tutto questo lascia purtroppo presagire tempi lunghi per liberare Castelluccio dall’isolamento forzato, che costringe gli abitanti all’esilio, senza lavoro e senza casa da almeno 8 mesi” prosegue la Onlus.
“La situazione è resa ancor più amara dal fatto che, tenendo conto dell’emergenza, un’importantissima società di ingegneria di Perugia, incaricata di importanti lavori di progettazione per la Quadrilatero Marche-Umbria, all’inizio di Gennaio aveva predisposto e illustrato agli enti competenti un progetto per la riapertura provvisoria della S.P.477. L’ipotesi prevedeva il disgaggio dei massi e la risistemazione della sede stradale con l’inserimento, ove necessario di impianti semaforici e barriere spartitraffico in calcestruzzo. Con questi lavori, di importo inferiore ai 500.000 euro e della durata di circa 30 giorni, si sarebbe potuto riaprire il transito a tutti i veicoli, per poi completare gli interventi a strada riaperta. Ma tale soluzione, non è stata, evidentemente, ascoltata” aggiungono i castellucciani.
“Ciò premesso, ora è fondamentale che ognuno si assuma le proprie responsabilità e che si riapra quanto prima una via d’accesso a Castelluccio, per restituire vita al paese: finora nessuna attività produttiva (a Castelluccio sono almeno 50) è stata delocalizzata e non lo sarà per altri 3 mesi almeno. E nessun residente, con molta probabilità, avrà un’abitazione temporanea entro il 2017.
In un luogo così impervio, dove lo spopolamento ha già ridotto al minimo la popolazione che orgogliosamente cerca di resistere, non è accettabile un tale ritardo. Sono passati più di sei mesi, un paese è ancora isolato e chi ci viveva non sa neppure quando ci potrà tornare” conclude la nota.