Secondo gli ultimi dati Istat livelli delle vendite al palo e crescita contenuta in volume
ROMA – A Marzo 2017 il livello delle vendite al dettaglio è stabile rispetto al mese precedente, anche se per ipermercati e piccoli esercizi si registra un crollo verticale.
Secondo gli ultimi dati diffusi oggi dall’Istat il quadro generale mostra come sono sostanzialmente invariate anche le componenti alimentare e non alimentare (rispettivamente -0,1% e +0,0%). Risulta, invece, in contenuta crescita il volume delle vendite (+0,2%), come sintesi di un aumento dello 0,3% per i prodotti alimentari e dello 0,1% per quelli non alimentari.
Nel complesso del primo trimestre 2017 il valore delle vendite cresce dello 0,7% rispetto al trimestre precedente, mentre i volumi sono quasi stazionari (+0,1%).
Nello stesso periodo, le vendite di beni alimentari registrano una crescita dell’1,4% in valore e una variazione nulla in volume; quelle di beni non alimentari aumentano dello 0,3% sia in valore sia in volume.
Rispetto a Marzo 2016, le vendite al dettaglio diminuiscono dello 0,4% in valore e dell’1,4% in volume. Per i prodotti alimentari si rileva una diminuzione dell’1,8% in valore e del 4,5% in volume. Le vendite di prodotti non alimentari sono in aumento dello 0,3% in valore e dello 0,6% in volume. Rispetto a Marzo 2016, le vendite al dettaglio restano sostanzialmente stabili nelle imprese di piccola superficie (+0,1%) mentre diminuiscono nella grande distribuzione (-1,1%).
Per quanto riguarda il dato della Gdo, a Marzo 2017 il valore delle vendite al dettaglio segna una diminuzione dell’1,4% per gli esercizi non specializzati e un incremento dello 0,4% per quelli specializzati. Tra i primi, diminuisce il valore delle vendite degli esercizi a prevalenza alimentare (-1,6%) mentre aumenta lievemente quello degli esercizi a prevalenza non alimentare (+0,1%).
In particolare, per gli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare, il valore delle vendite aumenta per i Discount (+1,2%); diminuisce, invece, per gli Ipermercati (-3,2%) e per i Supermercati (-1,3%).
Coldiretti: crollo spiegato da ricerca di canali di acquisto alternativi
Dal tonfo degli ipermercati (-3,2%) al calo delle piccole botteghe alimentari (-1,6%) e dei supermercati (-1,3%) è il settore alimentare a far registrare i risultati peggiori con una media del -1,8%. “Accanto ad una situazione di difficoltà economica va segnalata la tendenza alla ricerca di canali di acquisto alternativi al dettaglio tradizionale con la crescita dell’online, degli acquisti a domicilio e della vendita diretta confermata dal boom dei mercati del contadino” spiega la Coldiretti.
In questi ultimi hanno fatto la spesa più di 4 italiani su 10 (43%) nel 2016 con un aumento record del 55% negli ultimi 5 anni.
“L’83% degli italiani – continua la Confederazione – considera l’acquisto di prodotti alimentari, direttamente nei mercati degli agricoltori, sicuro con una percentuale che è superiore del 23% rispetto ai supermercati e del 15% rispetto al dettaglio tradizionale”.
“Non è un caso che l’81% degli italiani se fosse libero di scegliere preferirebbe comperare la frutta direttamente dagli agricoltori e l’88% degli italiani vorrebbe avere un mercato vicino a casa per avere più possibilità di scelta ed acquisto” conclude la Coldiretti.
Codacons: “Dati per nulla incoraggianti”
I dati sulle vendite al dettaglio di Marzo diffusi oggi dall’Istat deludono per il Codacons tutte le attese e continuano a far registrare numeri negativi e preoccupanti. “Gli analisti avevano previsto una ripresa delle vendite nei primi mesi del 2017, ma il commercio a Marzo non solo risulta fermo rispetto al mese precedente, ma addirittura registra un calo delle vendite su base annua del -0,4% in valore e del -1,4% in volume” spiega il presidente, Carlo Rienzi.
“Questa è la dimostrazione di quanto da noi sostenuto nelle settimane scorse: la corsa dell’inflazione registrata in Italia negli ultimi mesi è assolutamente falsata, perché non attribuibile ad un incremento della spesa delle famiglie ma solo a fenomeni esterni come il caro-benzina e l’incremento delle tariffe energetiche” aggiunge Rienzi.
“I dati diffusi oggi dall’Istat non sono affatto incoraggianti e fotografano una situazione di grave stallo che va contro le tutte le previsioni e le analisi che vedevano il 2017 come l’anno della ripresa dei consumi” conclude il presidente del Codacons.
Confcommercio: “ I consumi delle famiglie non ripartono”
Secondo l’Ufficio Studi Confcommercio “al netto della crescente componente inflazionistica e in un contesto in cui gli alimentari continuano a rappresentare la componente più fragile, l’andamento rimane piatto e in linea con quanto rilevato negli ultimi mesi del 2016”.
“Nel complesso dall’inizio del 2016 le vendite al dettaglio oscillano moderatamente all’interno di un canale decrescente, distanti ancora di oltre 10 punti percentuali in volume rispetto al 2010. Quindi, se si escludono le immatricolazioni di autovetture a persone a privati e i principali servizi, in primis quelli turistici, la domanda delle famiglie sconta la flessione della propensione al consumo emersa nel 2016, con prosecuzione nella prima parte del 2017” prosegue Confcommercio.
“È la questione fiscale la principale preoccupazione dei consumatori che ancora non intravedono un percorso certo e graduale di riduzione delle aliquote Irpef. Pressupposto, questo, indispensabile per far crescere la fiducia delle famiglie” conclude l’Ufficio Studi.