L’associazione dei consumatori agirà per conto di alcuni dei sopravvissuti
ROMA – Il tragico naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio nel Gennaio 2012 non si chiuderà con la definitiva condanna della Cassazione per l’ex comandante Francesco Schettino. Il Codacons, infatti, fa sapere che promuoverà una causa risarcitoria contro Costa Crociere per conto di alcuni dei sopravvissuti.
“Non sono finiti in carcere, ma gli altri responsabili del naufragio della Costa Concordia saranno ora chiamati a risarcire i passeggeri che non hanno accettato l’indennizzo ‘elemosina’ riconosciuto da Costa Crociere” afferma l’associazione dei consumatori in una nota.
“Il comandante Schettino è l’unico a scontare la galera per l’incidente del Giglio, nonostante sulla nave si siano registrati numerosi problemi che hanno contribuito a determinare le 32 vittime” prosegue il Codacons.
Per l’associazione “oltre al generatore diesel d’emergenza che non funzionò, contribuendo alla morte di numerosi passeggeri nella tromba dell’ascensore della Concordia, dalle indagini emerse che la società di gestione della Costa Crociere aveva ‘arruolato’ e promosso da addetto alla riverniciatura a timoniere Rusli Bin il quale, nonostante la lingua ufficiale a bordo fosse l’Italiano, parlava bene solo l’Indonesiano e capiva (male) l’Inglese, tanto da mettere il timone tutto a dritta a fronte di un ordine di segno opposto (tutto a sinistra) dato da Schettino nell’estremo tentativo di evitare lo scoglio”.
“Questa manovra evasiva, secondo alcuni periti, non solo del Codacons, avrebbe avuto buone possibilità di evitare l’impatto o, quanto meno, di ridurne drasticamente le conseguenze. Per non parlare dei dubbi sui collaudi della nave da parte del RINA (ente oggi nell’occhio del ciclone per l’inchiesta per false certificazioni) sfociati in una nostra denuncia penale alla Procura di Genova” prosegue l’associazione.
“La vicenda Concordia, dunque, non finisce qui” afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.
“Ora Costa Crociere, progettisti, armatore e tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti nell’incidente del Giglio saranno al centro di una causa risarcitoria da noi promossa per conto di alcuni naufraghi che hanno deciso di non accettare l’elemosina di indennizzo offerto dalla società di navigazione” conclude Rienzi.