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Gentiloni da Putin a Sochi: il disgelo tra Italia e Russia rilancia l’export

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Gentiloni e Putin al termine del bilaterale a Sochi

Verso la fine della guerra commerciale costata finora 10 miliardi di euro

Gentiloni e Putin al termine del bilaterale a Sochi (foto www.governo.it)

SOCHI – Il bilaterale di oggi a Sochi tra Italia e Russia, con il premier Gentiloni e il presidente Putin, può aprire le porte al nostro commercio estero, con 10 miliardi di export in ballo.

Il Presidente del Consiglio, al termine dell’incontro ha spiegato che “i rapporti tra Italia e Russia sono eccellenti. Questo incontro è molto importante per le relazioni tra i nostri Paesi e la delicata situazione internazionale”.

Sotto il profilo commerciale l’avvio del dialogo con la Russia crea anche le premesse per chiudere una guerra commerciale che ha provocato una perdita complessiva stimata ormai in oltre 10 miliardi per il made in Italy in termini di esportazioni. A stimarlo è la Coldiretti in occasione dell’incontro a Sochi tra Gentiloni e il leader russo, a quasi 3 anni dall’embargo totale deciso nei confronti di importanti prodotti agroalimentari in risposta alle sanzioni statunitensi ed europee.

“L’agroalimentare – sottolinea la Coldiretti – è l’unico settore ad essere colpito direttamente da un embargo totale sancito, come ritorsione alle sanzioni europee, dalla Russia con decreto n. 778 del 7 Agosto 2014 che ha chiuso completamente le frontiere del paese di Putin ad una lista di prodotti, frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con successiva proroghe”.

Un blocco che è costato al settore in Italia fino ad ora oltre 850 milioni di euro anche perché al divieto di accesso a questi prodotti si sono aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni in tutto l’agroalimentare e anche negli altri settori, dalla moda fino alle auto, in cui era tradizionalmente forte la presenza italiana.

“Nel 2016 le esportazioni italiane totali in Russia sono diminuite di un ulteriore 5,3% scendendo al minimo storico da almeno un decennio. La guerra commerciale ha colpito duro interrompendo bruscamente una crescita travolgente delle esportazioni agroalimentari italiane verso la Russia, che nei cinque anni precedenti il blocco erano più che raddoppiate in valore (+112%)” aggiunge la Coldiretti.

“Lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall’Italia ha provocato peraltro in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti made in Italy taroccati” spiega la Confederazione. Dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, ma anche la mortadella Milano, Parmesan o burrata tutti rigorosamente realizzati in Russia.

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