Operazione “Porte aperte” della Polizia: 12 arresti, nei guai anche i gestori di tre autoscuole
COMO – “Consegna la scheda in bianco che tanto te la fa il direttore”. È una delle frasi intercettate dagli investigatori della Squadra di polizia giudiziaria della Stradale di Como nell’ambito dell’indagine “Porte aperte”, che ha permesso di scoprire un giro di patenti “facili” a Como e provincia.
L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Como e che ha visto in campo per gli aspetti finanziari anche la Guardia di finanza, ha portato all’arresto di 12 persone, sette in carcere e cinque ai domiciliari. Sono tutte accusate, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, corruzione, falso in atto pubblico e falso in certificazioni.
Tra i destinatari del provvedimento anche il dirigente responsabile della Direzione territoriale dei trasporti di Como insieme a titolari, procuratori, dipendenti e procacciatori di affari di tre autoscuole della provincia con sede a Mozzate, Uggiate Trevano e Dongo.
Al centro dell’indagine sono finite in particolare l’organizzazione e la gestione dei corsi professionali a frequenza obbligatoria per gli aspiranti autotrasportatori di cose e persone, che necessitano della Carta di qualificazione del conducente (Cqc), nonché di merci pericolose, che devono avere il Certificato di formazione professionale (Cfp); un secondo filone d’indagine ha interessato gli esami prescritti per ottenere le abilitazioni.
Le autoscuole coinvolte nell’indagine si accordavano con gli autotrasportatori per procurare loro il rinnovo della patente con l’abilitazione professionale e il rilascio del rispettivo titolo abilitativo anche in mancanza della regolare frequenza ai corsi, falsificando i registri, gli attestati di regolare frequenza e le comunicazioni alla Direzione territoriale dei trasporti.
Tutto ciò avveniva in cambio di denaro, da un minimo di 250 euro a un massimo di 800 per ogni patente ottenuta.
Grazie alla complicità del direttore, i candidati non compilavano i questionari d’esame, che venivano completati dal funzionario in veste di esaminatore.
Le indagini sono iniziate nel 2014 quando gli uomini della Stradale hanno iniziato a controllare i certificati professionali appena scaduti, riscontrando alcune irregolarità.
Proprio in quel periodo il direttore della motorizzazione di Como segnalò alcune anomalie relative alle troppe persone di altre province che facevano anche molti chilometri per iscriversi nelle autoscuole della zona per prendere alcune abilitazioni, nonostante ce ne fossero di più vicine.
A quel punto sono scattati gli accertamenti con intercettazioni, appostamenti e riprese video.
Gli investigatori della Stradale hanno riscontrato la presenza, a lezione, di persone che in realtà in quel momento stavano regolarmente lavorando, sequestrando i registri delle presenze e altra documentazione.
Dalle intercettazioni si è capito il modo in cui si alteravano i test d’esame per la patente e, dopo aver installato diverse telecamere, i poliziotti hanno ripreso le immagini dell’esaminatore che compilava i test al posto dei candidati.