Riforma del settore giochi: il Governo chiede un altro rinvio


Slitta ancora la discussione in Conferenza Stato-regioni. Baretta: “Segnale che vogliamo un’intesa”

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ASTRO pronta a dare battaglia contro le decisioni del Governo sulle slot

ROMA – La riforma del settore del gioco legale in Italia scorre su due binari: la manovra economica, che prevede l’aumento del Preu e il taglio del 34% delle slot, e la questione ancora aperta dell’accordo tra Governo ed enti locali su limiti orari e distanze minime, sulla quale oggi era convocata la Conferenza Unificata Stato-regioni. Ma la discussione sul settore giochi è stata nuovamente rinviata, a data da definire.

Ad annunciare lo slittamento è stata Viviana Beccalossi, assessore regionale della Lombardia al Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo e Città metropolitana, delegata dal presidente Maroni a trattare la materia della ludopatia, a margine della Conferenza Stato-regioni a Roma.

“Il Governo ha chiesto il rinvio – ha spiegato la Beccalossi ad Agipronews – ma continuiamo a criticare la proposta presentata dal sottosegretario Pier Paolo Baretta, sviluppata senza un’intesa con gli enti locali”.

Beccalossi ha espresso forti perplessità anche per l’emendamento alla manovra correttiva presentato lunedì scorso, nel quale viene anticipata ad Aprile 2018 la riduzione delle slot macchine presenti sul territorio. “È un gesto poco elegante, per non dire uno sgarbo istituzionale, visto che nemmeno in questo caso gli enti locali sono stati consultati. Continueremo a cercare punti di accordo, ben consapevoli però che ora dalla nostra parte c’è anche la sentenza della Corte Costituzionale sulla legge regionale pugliese” ha aggiunto.

La pronuncia della Corte, arrivata lo scorso 11 Maggio, è relativa al regolamento della Puglia sulle distanze minime delle sale giochi dai luoghi sensibili. Secondo i giudici, le norme regionali in materia di gioco – se interessano aspetti di salute pubblica, come in questo caso – non scavalcano le competenze dello Stato, e anzi pongono rimedio a una questione mai risolta davvero dal Governo.

La ricollocazione dei punti di gioco era prevista nel decreto Balduzzi del 2012 e avrebbe dovuto essere attuata tramite un decreto adottato dal Mef e dal Ministero della salute. Decreto che però non è mai arrivato, così come non sono mai state attuate le disposizioni previste nella legge delega del 2014 che pure affidava il Governo l’incarico di riordinare il settore; né, appunto, è stato raggiunto l’accordo con Regioni ed enti locali sul tema, come disposto dalla legge di stabilità 2016.

Chiamato in causa, Pier Paolo Baretta, sottosegretario al Mef, ha spiegato che “il rinvio dei giochi dall’ordine del giorno di oggi della Conferenza va interpretato come un’ulteriore volontà del Governo di non lasciare nulla di intentato per arrivare ad una intesa”.

“È necessario, a questo punto, che prevalga una valutazione complessiva delle proposte in campo ed una disponibilità concreta a soluzioni di merito tecnicamente coerenti con gli obiettivi di ridurre l’offerta di gioco, in particolare dei punti gioco” ha proseguito. “La presentazione dell’emendamento che riduce di oltre il 30% le slot è un atto di coerenza annunciato da tempo in Conferenza, ha poi aggiunto Baretta.

ASTRO: “Oltre alle slot, che si fa con il 74% rimanente del settore giochi?”

Proprio l’emendamento con il taglio anticipato delle slot ha fatto infuriare ASTRO, l’associazione che rappresenta le principali aziende di gestione del settore degli apparecchi.

“Ridurre significa togliere: se si toglie a tutti in modo equo e paritario, allora non è mortificante, ma se si scelgono criteri penalizzanti solo per i gestori delle slot bisogna essere pronti alle giuste contromosse” ha affermato Massimiliano Pucci, Presidente di ASTRO.

Il meccanismo a doppia mandata individuato dal Governo per il settore giochi, rischia di “mandare a casa la quasi totalità dei gestori” secondo Pucci.

“La categoria ha già sopportato riforme onerose negli ultimi mesi, ora tocca ad altri segmenti: riduzione del 34% di parco macchine, taglio dei punti vendita, aumento del preu ad oltre il 60% di cassetto, e a breve una AWP munita di tutor e dispositivo per il controllo dell’età, rappresentano per le imprese di gestione un sacrificio enorme. Ora sulle AWP bisogna dire basta, perché non è di esse che si può continuare a incentrare il profilo del problema da risolvere” ha spiegato il numero uno di Astro.

“Come si fa a chiamare ‘riforma dei giochi’ un progetto di riduzione delle sole slot, che rappresentano il 26% di tutta la raccolta? Alla domanda spontanea, ‘e sull’altro 74 che si fa?’ saltano agli occhi tutte le contraddizioni del caso”, conclude Pucci.

In questo senso si lasciano senza risposte le questioni della pubblicità, del gioco online, delle estrazioni virtuali ogni 5 minuti, delle lotterie istantanee sempre più presenti nei bar. Per questo motivo ASTRO propone al Governo Gentiloni di rimodulare equamente su tutto il settore giochi sia gli interventi previsti dalla manovra che i limiti di distanze e di orari. Un pacchetto di misure alternativo, sempre a carico del settore giochi, in grado di evitare il “crac” delle aziende di un solo settore e il licenziamento di migliaia di lavoratori.