Caccia a cani e gatti randagi in Puglia, animalisti sul piede di guerra


Bufera per la proposta di legge regionale. L’ex ministra Brambilla: “Testo in contrasto con la legge nazionale”

Michela Vittoria Brambilla randagi puglia
L’ex ministra Michela Vittoria Brambilla

BARI – “Stupisce e indigna leggere la proposta di legge regionale firmata dall’assessore Leonardo Di Gioia, secondo la quale la Regione Puglia potrebbe autorizzare un piano per abbattere cani e gatti rinselvatichiti”. È quanto afferma l’ex ministra Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista e della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, commentando la notizia della caccia ai randagi diffusa anche attraverso i social.

Una proposta “che mira a tornare indietro (di quasi trent’anni) all’epoca in cui i randagi si potevano sopprimere. Ma non può perché la legge nazionale vigente vieta di uccidere i randagi” prosegue Brambilla.

“Secondo questo mostro giuridico il controllo avverrebbe prima “con metodi ecologici” (e grazie tante!), ma se necessario anche sparando. Pare che il presidente Emiliano si sia precipitato a smentire, dice che dovranno passare sul suo cadavere, e si tratta certamente di un ostacolo rilevante, ma il testo è lì, all’art.31 della proposta di legge regionale numero 67 del 2 Maggio 2017” spiega ancora l’ex ministra.

“A testimoniare quale sia, in fondo, l’atteggiamento verso cani e gatti di quella stesse classe dirigente che porta gran parte della responsabilità per l’esplosione dell’emergenza randagi. Resta da chiedersi innanzitutto come possa un assessore regionale depositare una proposta di legge palesemente in contrasto con la normativa nazionale e poi quando mai l’amministrazione della Regione Puglia renderà conto dei soldi dei contribuenti spesi per combattere il randagismo, con i bei risultati sotto gli occhi di tutti, pugliesi e non pugliesi” conclude Brambilla.