Lo rivela un’indagine Coldiretti/Ixè: per il 54% sono reati gravissimi che danneggiano l’Italia
ROMA – La contraffazione, per la maggioranza degli italiani (54%), è un fatto gravissimo per il Paese e quasi un italiano su tre (31%) ritiene che i casi di frode dovrebbero essere puniti con l’arresto. È quanto emerge dall’Indagine Coldiretti/Ixè sulla base dei dati divulgati dal Censis sul mercato del falso in Italia.
Il volume d’affari del mercato della contraffazione vale 6,9 miliardi dei quali 1 miliardo di euro negli alimentari, pari al 14,8%. Al danno economico ed occupazionale si aggiunge quello di immagine con la presenza sul mercato di prodotti di imitazione che non hanno le stesse caratteristiche qualitative di quelli originali.
“Ma in alcuni casi, come per i prodotti alimentari e farmaceutici, i rischi – sottolinea la Coldiretti – riguardano anche la salute dei potenziali acquirenti. Accanto ad esperienze positive di successo la Rete viene usata spesso come porto franco e diviene uno dei canali ideali per la diffusione della contraffazione e delle frodi”.
Sul web, infatti, si trova di tutto: dal kit per il vino in polvere fai da te con false etichette dei migliori vini made in Italy, ma anche il kit per il falso Parmigiano Reggiano, il falso pecorino romano e altri celebri formaggi nostrani come la mozzarella, la ricotta e l’Asiago.
“Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare”, ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo.
“L’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato come opportunamente previsto dalla proposta di riforma delle norme a tutela dei prodotti alimentari, presentata al Ministro della Giustizia Andrea Orlando dalla Commissione per l’elaborazione di proposte di intervento sulla riforma dei reati in materia agroalimentare presieduta da Giancarlo Caselli” conclude Moncalvo.