Domani si potrà manifestare solidarietà con le Ong con la scritta #scelgodisalvarevite o #Ichoosetosavelives
ROMA – Domani, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, centinaia di attiviste e attivisti di Amnesty International Italia scenderanno in piazza a organizzare flash mob in numerose città come Bologna, Firenze, Mantova, Marsala, Perugia, Pescara, Roma, Termini Imerese, Torino, Treviso e Ventimiglia, per dimostrare il sostegno ai valori della solidarietà e dell’accoglienza e rimarcare l’urgenza di una gestione ordinaria del fenomeno migratorio che tuteli i diritti di uomini, donne e bambini che cercano protezione internazionale o una vita migliore in Europa.
La crisi dei rifugiati oggi riguarda la vita e il destino di oltre 21 milioni di persone nel mondo. La quasi totalità è accolta al di fuori dei paesi più ricchi, che non stanno facendo la loro giusta parte per aiutare. Attualmente solo 10 dei 193 paesi del mondo ospitano più della metà dei propri rifugiati.
In occasione del 20 giugno, l’organizzazione per i diritti umani continuerà a chiedere alla comunità internazionale di intraprendere azioni concrete per sostenere la protezione dei rifugiati, attivare canali sicuri per richiedenti asilo e rifugiati e opportunità di mobilità per i migranti e creare un’alternativa alle pericolose traversate irregolari – riaffermando nel frattempo la necessità di garantire risorse e capacità adeguate per le attività di ricerca e soccorso in mare.
“In assenza di canali sicuri e legali, sempre più persone in fuga da persecuzioni, conflitti e povertà continuano ad attraversare il Mediterraneo mettendo a rischio la vita, mentre i governi dei paesi europei stanno venendo meno all’obbligo di offrire loro sicurezza” ha dichiarato Amnesty International.
Domani in tutto il mondo si potrà manifestare solidarietà con le Ong impegnate a salvare vite in mare condividendo sui social network le proprie foto con un cartello con la scritta #scelgodisalvarevite o #Ichoosetosavelives
Stare dalla parte di chi è impegnato nelle operazioni di salvataggio nel Mediterraneo centrale significa anche chiedere ai governi europei di destinare le risorse necessarie per le operazioni di ricerca e salvataggio, commisurate ai numeri delle partenze e da utilizzare dove necessario. Salvare vite significa anche non stringere alcun accordo di cooperazione che rinforzi il sistema di detenzione in Libia o essere complici delle orribili violenze perpetrate sui migranti e sui richiedenti asilo in quel paese.