Rapporto UNICEF: l’Italia è al 31° posto su 41 paesi EU/ OCSE nell’obiettivo ‘Eliminazione della povertà’
ROMA – Secondo l’ultimo rapporto UNICEF-Centro di Ricerca Innocenti, un bambino su cinque in Paesi ad alto reddito vive in povertà reddituale relativa e in media uno su otto affronta insicurezza alimentare.
Circa 1 minore su 10 nei Paesi ad alto reddito vive in famiglie in cui nessun adulto possiede un impiego; dei giovani fra i 15 e i 19 anni nei Paesi ad alto reddito, circa 1 su 13 non lavora, non studia e non segue un programma di formazione (NEET); nei Paesi ad alto reddito, nel 2012, il suicidio è stato la principale causa di morte tra i giovani tra i 15-19 anni di entrambi i sessi, avendo provocato il 17,6% di tutti i decessi; almeno 1 bambino su 10 nei Paesi esaminati è regolarmente vittima di bullismo.
“Costruire il futuro – I bambini e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nei Paesi ricchi” è il primo rapporto che valuta le condizioni dei bambini in 41 Paesi ad alto reddito in relazione agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) identificati come i più importanti per il loro benessere. Stila una classifica dei Paesi in base alla loro performance ed elenca le sfide e le opportunità che le economie avanzate affrontano per raggiungere gli impegni globali a favore dei bambini.
I principali risultati per i bambini e gli adolescenti nei Paesi ricchi in base agli indicatori degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile selezionati includono:
- Porre fine alla povertà. In media, 1 bambino su 5 nei paesi ad alto reddito vive in povertà reddituale relativa, sebbene ci siano delle differenze rilevanti, da 1 su 10 in Danimarca, Islanda e Norvegia, a 1 su 3 in Israele e Romania.
- Porre fine alla fame. Una media di 1 bambino su 8 in paesi ad alto reddito affronta insicurezza alimentare, aumentando a 1 su 5 nel Regno Unito e negli Stati Uniti e a 1 su 3 in Messico e Turchia.
- Assicurare una vita in salute.La mortalità neonatale è calata drasticamente nella maggior parte dei paesi; e i tassi di suicidio fra gli adolescenti, di fertilità adolescenziale e di alcolismo stanno diminuendo. Tuttavia, 1 adolescente su 4 ha riportato di soffrire di 2 o più sintomi psicologici più di una volta a settimana.
- Assicurare istruzione di qualità. Anche nei Paesi con risultati migliori, inclusi Giappone e Finlandia, circa un quinto dei quindicenni non raggiunge livelli di competenza minimi in lettura, matematica e scienze.
- Raggiungere la parità di genere. In media, il 14% degli adulti intervistati in 17 paesi ricchi ritiene che l’istruzione universitaria sia più importate per i ragazzi che per le ragazze.
La situazione dell’Italia
Il nostro Paese è al 24° posto su 41 paesi EU / OCSE nella tabella generale di confronto relativa a nove obiettivi di sviluppo sostenibile analizzati (SDGs). Ricopre una posizione di eccellenza in “Pace, giustizia e istituzioni efficaci” (2° posto), mentre ottiene il suo risultato peggiore nell’obiettivo Eliminazione della povertà (31° posto). In Italia il 25,1% dei bambini vive in povertà reddituale relativa e il 51% in povertà multidimensionale (il 5° tasso più alto).
L’Italia con l’11,2% dei 15-19enni che non lavora, non studia e non segue un programma di formazione (NEET) si colloca nell’ultimo terzo della classifica per questo obiettivo (30°); il 9,7% dei minorenni vive in famiglie senza lavoro.
L’Italia ha la più alta percentuale di bambini e adolescenti di età compresa tra gli 11 e i 15 anni che riferiscono di soffrire di due o più sintomi psicologici più di una volta alla settimana (36,5%).
Ha il quinto tasso di omicidio infantile più basso della tabella (0,19 su 100.000). Il tasso di bullismo cronico auto-segnalato è il terzo più basso per questo gruppo di Paesi (il 5,2% degli 11-15enni ha subito episodi di bullismo almeno due volte al mese).
Il tasso di suicidio tra gli adolescenti (15-19 anni) è di 1,9 su 100.000 (il secondo più basso). Il nostro Paese ha anche il quarto tasso di ubriachezza più basso tra i bambini di età compresa tra 11 e 15 anni, pari al 4,4%.
“La Report Card 14 è un campanello d’allarme, che ci ricorda che anche nei paesi ad alto reddito il progresso non va a beneficio di tutti i bambini” ha dichiarato Sarah Cook, direttrice dell’UNICEF Innocenti. “Redditi più alti non portano automaticamente a condizioni migliori per tutti i bambini, possono anzi aggravare le disparità. I governi di tutti i Paesi devono agire per assicurare che le differenze vengano ridotte e che si effettuino progressi per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per i bambini.”
La classifica risulta positiva per quei paesi, fra i 41 analizzati, che appaiono spesso ai primi posti nelle ultime analisi comparative sullo sviluppo umano e infantile – i Paesi Nordici, Germania e Svizzera –, meno positiva per i Paesi del gruppo con reddito inferiore, tra cui Romania, Bulgaria e Cile. Tuttavia un’analisi più attenta rivela la presenza di margini di miglioramento ovunque, dato che tutti i Paesi si collocano su due o più obiettivi a metà o nell’ultimo terzo della classifica.
Per alcuni indicatori – disuguaglianza di reddito, salute mentale autodichiarata degli adolescenti e obesità – il trend mostra motivi di preoccupazione nella maggior parte dei Paesi ricchi. In 2 Paesi studiati su 3, attualmente le famiglie più povere con bambini si trovano ulteriormente indietro rispetto alla media se paragonate al 2008. Il tasso di obesità tra i giovani tra gli 11 e i 15 anni e il numero di adolescenti che hanno riportato di soffrire di 2 o più sintomi psicologici ogni settimana sta aumentando. Sebbene molti Paesi abbiano compiuto grandi progressi su diversi indicatori, rimangono ancora profonde differenze in altre aree. I livelli di reddito nazionali non rivelano tutte queste differenze: per esempio, la Slovenia è molto più avanti rispetto a Paesi decisamente più benestanti su molti indicatori, mentre gli Stati Uniti si classificano al 37° posto su 41 nella classifica generale.