Per Coldiretti l’accordo Ceta, fra Ue e Canada condanna la Calabria a restare ultima regione d’Europa
L’accordo di libero scambio con il Canada (CETA Comprehensive Economic and Trade Agreement) con un gioco al ribasso, dà il via libera alle imitazioni canadesi dei nostri prodotti piu’ tipici, e spalanca le porte all’invasione di grano duro trattato in preraccolta con il glifosato vietato in Italia (in Calabria anche per le produzioni integrate biologiche) e a ingenti quantitativi di carne a dazio zero.
“È un accordo scellerato, che condanna la Calabria ultima regione d’Europa” – afferma il Presidente della Coldiretti Calabria Pietro Molinaro. Gli effetti che esso può produrre – continua – sono devastanti per il Made in Calabria che è un pezzo importante del Made in Italy e una regione che basa la sua economia sull’agroalimentare sulla distintività, qualità e capacità di competere e che può quadruplicare la produzione non può permetterselo.
Molinaro: invitiamo i parlamentari calabresi a non ratificare l’accordo. Perdiamo su tutti i fronti
Un livellamento verso il basso della qualità che porta una competizione basata solo su prezzi bassi con rischi per l’ambiente, la salute e perdita di posti di lavoro. Nessun prodotto calabrese riceverà protezione nel Paese dell’acero. Infatti nell’ elenco, dove figurano 41 nomi italiani rispetto alle 289 denominazioni made in Italy registrate, non troviamo nessuna denominazione nostrana e la conseguenza è che non siamo protetti dalla contraffazione.
Un accordo a perdere che avrà un impatto devastante sulla coltivazione di grano con il rischio desertificazione di intere aree e una concorrenza sleale nei confronti degli allevatori sui quali peserebbe – continua – l’impatto di circa 50.000 tonnellate di carne di manzo e 75.000 tonnellate di carni suine a dazio zero e il costo della carne canadese ad esempio è della metà rispetto alla nostra, grazie a modalità produttive discutibilissime.
Ci sarà l’azzeramento del dazio per il grano proprio mentre il governo canadese si è già mosso per sollevare questioni di compatibilità del trattato con il decreto di indicazione obbligatoria dell’origine della pasta che l’Italia ha depositato a Bruxelles. Abbiamo tutto da perdere e per questo con una pluralità di soggetti economici, sindacali e associativi – Cgil, Arci, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch – continueremo fino allo spasimo la battaglia contro il CETA che mette a rischio i nostri asset storici e annulla gli standard di sicurezza alimentare e ambientale e per informare i cittadini.
“Chiediamo ai parlamentari calabresi un secco NO all’accordo altrimenti sapori, identità territoriali, produzioni di nicchia, storia legati al successo del nostro cibo diventeranno un sogno e invece assisteremo ad un aumento delle importazioni di prodotti di bassa qualità. “Ci rimettiamo su tutti i fronti – è l’appello finale di Molinaro – perdono i consumatori, i produttori, i lavoratori e l’economia della Regione che subirà un durissimo colpo per la concorrenza sleale verso il Made in Calabria con prodotti di bassissima qualità”.