Tra i grandi e medi atenei statali in vetta rispettivamente l’Università di Perugia e l’Università di Siena
ROMA – Bologna primeggia nella classifica Censis delle Università italiane edizione 2017/2018. L’ateneo emiliano conquista il primo posto nella sezione “mega atenei statali” mentre tra i “grandi atenei statali” a guardare tutti dall’alto è la Università di Perugia.
Il nuovo ranking annuale del Censis è un’articolata analisi del sistema universitario italiano attraverso la valutazione degli atenei (statali e non statali, divisi in categorie omogenee per dimensione) relativamente alle strutture disponibili, ai servizi erogati, al livello di internazionalizzazione e alla capacità di comunicazione 2.0.
A questa classifica si aggiunge il ranking dei raggruppamenti di classi di laurea triennali e dei corsi a ciclo unico rispetto alle dimensioni della progressione in carriera e del grado di internazionalizzazione. In tutto si tratta di 40 classifiche, che possono aiutare i giovani e le loro famiglie a individuare con consapevolezza il percorso di formazione migliore.
Immatricolazioni di nuovo con il segno più
Il picco di immatricolati si era registrato nell’anno accademico 2003/04 (337mila nuovi iscritti). Dopo di allora si è verificato un calo che si è protratto fino al 2013/14, con una riduzione complessiva nel periodo del 20%. Nell’a.a. 2015/16 (276mila immatricolati) si ha, per il secondo anno consecutivo, una lieve crescita (+1,9%, circa 6mila immatricolati in più, dopo il +0,8% registrato nell’anno precedente, in cui si era invertito il trend).
I mega atenei statali
Tra i mega atenei statali (quelli con oltre 40.000 iscritti) mantiene la prima posizione in graduatoria l’Università di Bologna, con un punteggio complessivo di 92,0. Segue Firenze (88,2) che guadagna una posizione rispetto all’anno precedente, acquisendo, tra l’altro, 6 punti nella comunicazione e nei servizi digitali. Terza e quarta posizione per Padova e La Sapienza di Roma, che oltre a migliorare il loro punteggio nella comunicazione e nei servizi digitali guadagnano rispettivamente 4 e 1 punto nel livello di internazionalizzazione. Ultima in classifica tra i mega atenei è, come lo scorso anno, la Federico II di Napoli. Penultima l’Università di Catania, che perde una posizione. Laà Statale di Milano, infine, si conferma terz’ultima.
I grandi atenei statali
L’Università di Perugia continua a guidare la classifica dei grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti), spingendo molto sull’internazionalizzazione dell’ateneo, criterio di valutazione rispetto al quale ha guadagnato 5 punti, per totalizzare un punteggio complessivo pari a 94,8.
Con 91,6 mantiene il secondo posto l’Università di Pavia, a cui si accoda quella di Parma (89,6), con 10 punti in più nella comunicazione e nei servizi digitali. Al quarto posto si colloca quest’anno una new entry, l’Università di Modena e Reggio Emilia, passata dai medi ai grandi atenei e sopra di 3 punti nei servizi per gli studenti rispetto all’anno passato. Scende dal terzo al quinto posto l’Università della Calabria, i cui punteggi per la spesa per borse di studio e altri interventi in favore degli studenti e per comunicazione e servizi digitali si riducono di rispettivamente di 7 e 9 punti. Ultima e penultima tra i grandi atenei restano la Seconda Università di Napoli o Università della Campania e l’Università di Chieti-Pescara con, nell’ordine, i punteggi complessivi di 72,4 e 72,6. Perde due posizioni, infine, arrivando terz’ultima, l’Università di Roma 3.
I medi atenei statali
L’Università di Siena sorpassa quella di Trento nella graduatoria dei medi atenei statali (da 10.000 a 20.000 iscritti), sebbene la differenza tra i rispettivi punteggi totali sia minima: Siena 99,4 e Trento 99,2. Stabile al terzo posto è l’ateneo di Sassari, con 6 punti in più sia nella classifica della spesa per borse di studio e altri interventi in favore degli studenti, sia in quella della comunicazione e dei servizi digitali. Anche quest’anno quarta in graduatoria è Trieste, seguita da un altro ateneo friulano, Udine, in ascesa di due posizioni nella classifica complessiva e con un incremento di 14 punti in quella relativa alla spesa per borse e altri interventi in favore degli studenti. Chiudono il ranking, rispettivamente all’ultimo, penultimo e terz’ultimo posto, le Università di Napoli Parthenope, di Napoli L’Orientale e l’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro.
I piccoli atenei statali
Nella classifica dei piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti) primeggia nuovamente l’Università di Camerino, con un punteggio complessivo di 97,2, cui segue l’ateneo di Teramo che, totalizzando 89,6 punti, sale di due posizioni, occupando quella che lo scorso anno era della Università di Foggia, retrocessa al quarto posto e penalizzata in particolare dalla perdita di 15 punti relativamente alla famiglia della spesa per borse e altri servizi in favore degli studenti, variabile in parte esterna e conseguente alle politiche regionali per il diritto allo studio spesso deficitarie. Stabile al terzo posto è l’Università di Macerata. L’Università di Cassino, infine, avendo scalato due posizioni rispetto allo scorso anno, si colloca al quinto posto. Penultima e ultima posizione sono occupate dall’Università del Sannio e dall’Università del Molise.
I Politecnici
Stabile la classifica dei Politecnici, guidata dal Politecnico di Milano (92,8 punti), seguito dallo Iuav di Venezia (88,2), posizionato al secondo posto, e dai Politecnici di Torino e di Bari, rispettivamente al terzo e quarto posto.
Gli atenei non statali
Non riserva soprese la classifica degli atenei non statali. Tra i grandi atenei non statali (quelli da 10.000 a 20.000 iscritti) primeggia anche quest’anno la Bocconi (95,8 punti), seguita dalla Cattolica (89,4). Tra i medi atenei non statali (da 5.000 a 10.000 iscritti) al primo posto c’è la Luiss (91,4). Tra i piccoli atenei non statali (fino a 10.000 iscritti), più numerosi, la Libera Università di Bolzano totalizza un punteggio di 108,8, seguita dalla Liuc-Cattaneo (93,4). Chiudono la graduatoria la Jean Monnet, in ultima posizione, preceduta dall’Università Europea di Roma. Unico cambiamento interno alla graduatoria è costituito dalla retrocessione in settima posizione dell’Università degli Studi Internazionali di Roma, rimpiazzata in sesta dalla Vita-Salute San Raffaele.
Le graduatorie possono essere esaminate nel dettaglio nella sezione del sito del Censis (www.censis.it), dove si possono interrogare in funzione dei personali obiettivi e percorsi di studio. Sul sito sono consultabili anche le classifiche della didattica delle lauree triennali e magistrali a ciclo unico (raggruppate rispettivamente in 15 e 6 aree disciplinari) ed è disponibile la metodologia utilizzata per la classificazione.