Stretta sulle multinazionali: l’UE vuole sapere quante tasse pagano e dove


Via libera del Parlamento europeo a nuove regole per una maggiore trasparenza fiscale

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Il Parlamento europeo mette nel mirino le grandi multinazionali e approva in prima lettura nuove regole UE per sapere quante tasse pagano e in quali Paesi

STRASBURGO – Il Parlamento europeo mette nel mirino le grandi multinazionali e approva in prima lettura nuove regole UE per sapere quante tasse pagano e in quali Paesi. La proposta legislativa approvata in plenaria obbligherebbe le multinazionali a fornire al pubblico le dichiarazioni contabili Paese per Paese, con possibili esenzioni in caso di informazioni commercialmente sensibili. Si tratta del cosiddetto ‘country by country reporting’ (Cbcr).

L’obiettivo è quello di aumentare la trasparenza fiscale rendendo pubblico il quadro delle imposte pagate dalle imprese e il luogo in cui tali imposte vengano pagate.

Accesso pubblico alle informazioni fiscali

Secondo le misure proposte dagli eurodeputati, che dovranno essere concordate con i ministri UE, le informazioni sull’imposta sul reddito delle multinazionali con un fatturato globale pari o superiore a 750 milioni di euro verrebbero pubblicate per ogni giurisdizione fiscale in cui l’impresa o la sua affiliata opererebbe. Questi dati sarebbero disponibili gratuitamente e resi accessibili a tutti sul sito web dell’impresa.

La società sarebbe inoltre responsabile di inserire le informazioni in un registro pubblico gestito dalla Commissione europea.

Tra le informazioni da condividere ci sono:

  • il nome della compagnia e, ove possibile, la lista di tutte le affiliate, una breve descrizione delle attività e la posizione geografica di ognuna di essa;
  • il numero di impiegati a tempo pieno;
  • l’ammontare del fatturato netto;
  • il capitale dichiarato;
  • l’ammontare dell’utile o della perdita prima dell’imposta sul reddito;
  • l’importo dell’imposta sul reddito pagata durante l’anno fiscale in questione da parte dell’impresa e delle sue succursali nella relativa giurisdizione;
  • l’ammontare dei guadagni totali;
  • se le imprese, le affiliate o le succursali beneficiano di un trattamento fiscale preferenziale;

Deroga in caso di informazioni sensibili

Nel documento sono contenute anche misure volte a proteggere le informazioni commercialmente sensibili, consentendo agli Stati membri di concedere deroghe all’obbligo di fornire una o più informazioni.

Tali deroghe dovrebbero essere rinnovate annualmente e sarebbero applicabili solo nella giurisdizione dello Stato membro che concede l’esenzione. Il Paese che concede un’esenzione a una multinazionale deve comunicare le informazioni omesse e la ragione della deroga in via confidenziale alla Commissione europea. La Commissione pubblicherà ogni anno una lista delle imprese che hanno avuto diritto alla deroga.

Limiti alle deroghe

Il Parlamento europeo ha inserito un obbligo per le aziende che perdono il diritto all’esenzione a rendere pubblici immediatamente i dati omessi. Inoltre, alla fine del periodo di esenzione, l’impresa dovrà pubblicare, secondo la proposta del PE, retroattivamente le sue informazioni fiscali “sotto forma di una media aritmetica” per coprire tutto il periodo in cui hanno goduto della deroga dagli obblighi di trasparenza.

Il progetto di relazione, approvato con 534 voti favorevoli, 98 contrari e 62 astensioni, costituisce il mandato per i deputati per i negoziati con i ministri UE al fine di raggiungere un accordo sulla legislazione in prima lettura. I colloqui cominceranno al più presto.

Le proposte sono un tentativo di fronteggiare l’evasione fiscale delle imprese che, secondo la Commissione europea, costa ai Paesi UE tra i 50 e i 70 miliardi di euro l’anno in perdite fiscali.