Il Parlamento europeo chiede l’immediata marcia indietro sulle riforme costituzionali volute da Erdogan
STRASBURGO – L’arresto di Idil Eser, direttrice di Amnesty International Turchia, è un altro ostacolo all’adesione del Paese all’Unione europea. La donna è finita in manette lo scorso 5 Luglio assieme ad altri sette difensori dei diritti umani e due formatori a Büyükada, un’isola al largo di Istanbul.
E proprio oggi da Strasburgo arrivano pessime notizie per la Turchia, con il Parlamento europeo che ha chiesto lo stop ai colloqui di adesione qualora i cambiamenti costituzionali proposti fossero attuati.
In Aula è stata approvata una risoluzione con 477 voti favorevoli, 64 voti contrari e 97 astensioni, che condanna la marcia indietro di Ankara su Stato di diritto, diritti umani, libertà dei media e lotta alla corruzione.
In Aula gli eurodeputati hanno espresso ferma contrarietà alla reintroduzione della pena di morte, ripetutamente dichiarata dal Presidente turco Erdogan e da vari altri politici, che metterebbe in discussione l’appartenenza della Turchia al Consiglio d’Europa e condurrebbe a una cessazione immediata dei colloqui di adesione all’UE.
Nel testo della risoluzione, visti i risultati del recente referendum turco e l’espansione dei poteri presidenziali, si invita la Commissione europea e gli Stati membri “a sospendere senza indugio i negoziati di adesione con la Turchia se il pacchetto di riforme costituzionali verrà attuato senza modifiche”.
Come sottolineato nella valutazione annuale sui progressi della riforme turche approvata giovedì, il 2016 è stato un anno difficile per la Turchia a causa della guerra tuttora in corso in Siria, dell’elevato numero di rifugiati, di una serie di odiosi attacchi terroristici e di un tentativo di colpo di Stato.
Reazione sproporzionata di Erdogan al colpo di Stato
Gli europarlamentari hanno ribadito la loro ferma condanna del tentativo di colpo di Stato e hanno espresso la propria solidarietà al popolo turco. Ma allo stesso tempo nel testo della risoluzione si deplora la risposta sproporzionata del governo turco, che ha portato a licenziamenti collettivi di dipendenti pubblici, alla liquidazione massiccia di mezzi di comunicazione, all’arresto di giornalisti, accademici, magistrati, difensori dei diritti umani e alla chiusura di numerose scuole e università.
Viene altresì riconosciuta l’importanza strategica di buone relazioni tra l’UE e la Turchia e il proseguimento di un dialogo costruttivo e aperto al fine di affrontare le sfide comuni, quali la migrazione, la sicurezza e il terrorismo. Strasburgo sostiene infine la modernizzazione dell’unione doganale, ma hanno chiesto di integrare una clausola che renda i diritti umani e le libertà fondamentali uno dei presupposti essenziali per un nuovo accordo.
“Questo Parlamento parla con una voce univoca e chiara nel condannare il serio declino del governo turco sui valori democratici e continua a sostenere la popolazione turca – i milioni di persone che vorrebbero continuare a vedere l’UE come ancora per le riforme nel loro Paese. Insieme a te (popolo turco, ndr) speriamo che ‘Adalet’ (la giustizia, ndr) tornerà presto”, ha affermato la relatrice Kati Piri (S&D, NL).
Come funziona la procedura per la sospensione dei colloqui d’adesione all’UE
L’iter è definito nell’articolo 5 del quadro negoziale, in cui si prevede che “in caso di violazione grave e persistente da parte della Turchia dei principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto su cui si fonda l’Unione, la Commissione, di sua iniziativa o su richiesta di un terzo degli Stati membri, raccomanderà di sospendere i negoziati e proporrà le condizioni per la loro eventuale ripresa”.
Il Parlamento europeo invierà una delegazione ad Ankara in autunno con l’obiettivo di rinnovare il dialogo parlamentare con la Turchia.