Amatrice chiama, L’Aquila risponde. Sono passati più di dieci mesi dal terremoto che ha devastato quattro regioni del Centro Italia ed è tempo di pensare, fuori dalle logiche dell’emergenza, alla vera ricostruzione: quella dei tessuti sociali, dei rapporti di prossimità, della vita quotidiana nelle piccole comunità dell’Appennino travolte ma non piegate dal disastro. Slow Food Italia ha voluto farlo con un progetto autenticamente partecipativo, che non per caso si presenta a L’Aquila nel corso del Festival della Partecipazione, la manifestazione che per il secondo anno di fila le associazioni riunite nella coalizione Italia, sveglia! (Slow Food Italia, ActionAid Italia e Cittadinanzattiva) organizzano nel capoluogo abruzzese. La campagna La buona strada. Ripartiamo dal cibo nasce dagli incontri di questi mesi con contadini, allevatori, sindaci e abitanti del nostro Appennino che tenacemente resistono e non vogliono lasciare i borghi e le attività, contando sulla ricostruzione e sulla nascita di nuove opportunità ma con parametri ben chiari: riconoscere il valore del territorio con le sue fragilità e le sue bellezze che vanno tutelate e garantite a partire dalle relazioni sociali e dal senso di comunità. «Il sisma – spiega il presidente di Slow Food Italia Gaetano Pascale – si è abbattuto su quelle aree interne del nostro Paese troppo spesso dimenticate dalle istituzioni nazionali ed europee. Aree che in seguito sono state recuperate grazie a una solidarietà “spicciola” ed emergenziale. Noi vogliamo invece, attraverso questa campagna, richiamare l’attenzione sulle problematiche strutturali dei territori appenninici». Anche per l’associazione della Chiocciola si tratta di una modalità d’intervento del tutto nuova. Raffaella Grana, presidente di Slow Food Toscana, ne riassume il senso: «L’obiettivo è creare un sistema che veda un lavoro comune delle quattro regioni coinvolte e, da parte della nostra associazione, un ascolto approfondito delle esigenze del territorio. I progetti sono perciò differenziati ma collegati fra loro». La raccolta fondi, che durerà fino al prossimo 31 ottobre, ha lo scopo di finanziare l’acquisto di un furgone attrezzato per le aree umbre e laziali circostanti a Cittareale, Accumoli, Amatrice e Cascia che venderà al pubblico i prodotti delle aziende agricole locali e delle altre regioni colpite dal sisma. Questo negozio mobile raggiungerà ogni giorno i comuni e le frazioni del territorio, oltre a partecipare alle iniziative di solidarietà a livello nazionale. A Cittareale sorgerà inoltre uno spaccio destinato allo smistamento e alla vendita dei prodotti locali. In Abruzzo, nel cratere aquilano, si punta invece dar vita a un caseificio mobile che agevoli l’attività di quei produttori che hanno perso le loro strutture a causa del terremoto. L’obiettivo è fornire loro la possibilità di usufruire di un laboratorio mobile collettivo, un piccolo caseificio su ruote dotato di tutte le attrezzature necessarie che permetta a una ventina di allevatori di riprendere la produzione lavorando direttamente il proprio latte. La scelta è salutata con favore da Mauro Lusetti, presidente di Legacoop, che si dice “contento che il nostro progetto sulle cooperative di comunità abbia suscitato l’interesse di una realtà importante” come Slow Food Italia, non solo nelle regioni colpite dal sisma, ma sviluppando una progettualità comune di sviluppo per l’Appennino e per quella parte d’Italia fatta di piccoli comuni, troppo spesso poco considerata». Le sinergie che Legacoop e Slow Food Italia possono mettere in campo, prosegue Lusetti, rappresentano un’opportunità importante: «Per questi motivi Legacoop si impegna a promuovere la campagna di raccolta fondi sui propri canali comunicativi, a garantire tutto il supporto necessario per dar vita alle Cooperative di Comunità (nelle regioni colpite dal sisma e in tutte le altre regioni italiane), sia per quanto riguarda l’accompagnamento nella fase di costituzione che nelle fasi successive della loro vita imprenditoriale, mettendo a disposizione del progetto le competenze, le reti e gli strumenti a disposizione». «Insomma, il progetto è ambizioso ma abbiamo bisogno del vostro aiuto: si può donare su La buona strada. Basta anche un piccolo contributo per fare la differenza», ricorda in chiusura Gaetano Pascale. La raccolta fondi è ospitata dalla piattaforma Produzioni dal Basso, con cui Slow Food Italia inaugura una collaborazione che continuerà anche in futuro per altre iniziative.