La conferma, secondo la tv irachena Alsumaria, sarebbe arrivata da miliziani dello Stato Islamico
MOSUL – Il Califfo Abu Bakr al Baghdadi, guida dell’Isis, è morto e a dare la conferma della scomparsa dell’uomo più ricercato al mondo sarebberto stati miliziani dello Stato islamico. A riferirlo è stata oggi la tv irachena Alsumaria.
A poche ore dalla liberazione di Mosul, città irachena rimasta per lunghi mesi in mano alle milizie del Califfato nero, arriva dunque la conferma della scomparsa del leader.
Secondo Alsumaria la morte di al Baghdadi sarebbe stata annunciata anche dai jihadisti dell’autoproclamato Stato Islamico attraverso un breve comunicato. Nel testo si fa riferimento anche all’imminente annuncio del nuovo Califfo, che prenderà il posto ora vacante.
Lo scorso 16 Giugno il ministero della Difesa russo aveva annunciato l’uccisione del Califfo in un raid aereo a Raqqa, roccaforte dell’Isis in Iraq, risalente al 28 Maggio. I missili sganciati dagli aerei di Mosca avevano provocato la morte di circa 300 miliziani tra cui molti esponenti di vertice dell’organizzazione terroristica. La conferma ufficiale della morte di Al Baghdadi arriverà dagli esami del DNA sui resti dei corpi recuperati all’interno dell’edificio di Raqqa colpito dai missili russi.
Chi è il Califfo al Baghdadi
Pendeva una taglia di un milione di dollari sulla testa del terrorista più ricercato al mondo, la cui unica apparizione pubblica risale a tre anni fa.
Nato nel 1971 a Samarra, un centro a Nord di Baghdad, la capitale irachena, dell’ormai ex Califfo si conosce il momento della cattura, avvenuta a Falluja nel 2004. Al Baghdadi era all’epoca un mebro di Al Qaida, l’organizzazione terroristica guidata da Osama Bin Laden. Rimane prigioniero degli americani a Camp Bucca per dieci mesi, tra Febbraio e Dicembre dello stesso anno. Rilasciato perché ritenuto un terrorista di basso livello, è nei mesi successivi che inizia a gettare le basi per la creazione dell’Isis.
Una nuova organizzazione terroristica che ha seguito le orme di Al Qaida, prima di affermarsi come prima minaccia a livello globale. Di lui, poi, non si hanno più notizie fino al Luglio 2014. Dalla moschea di Al-Nuri a Mosul, ora distrutta, il leader dell’Isis appare in un video nel quale proclama la nascita dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante. Un vasto territorio che copre parte della Siria e dell’Iraq, e nel quale sangue e violenza sono ancora all’ordine del giorno.