Sarà presentata giovedì dalla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin: ecco cosa prevede
ROMA – Per uniformare i controlli sanitari ai migranti che sbarcano in Italia arriva la nuova linea guida del Ministero della Salute. Servirà a fornire raccomandazioni sui controlli sanitari di profughi e richiedenti asilo intercettati dal sistema di accoglienza italiano e fugare così tutte le incertezze in materia.
La nuova linea guida verrà presentata alla presenza della Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, il prossimo 13 luglio alle ore 12.00 a Roma, presso la sala Agostini dell’Istituto nazionale salute migrazioni e povertà (INMP).
Il documento sarà illustrato dal direttore generale dell’INMP, Concetta Mirisola, dal presidente dell’Istituto superiore di sanità ,Walter Ricciardi, dal presidente della Società italiana di medicina delle migrazioni – SIMM, Maurizio Marceca, e dal direttore generale della Prevenzione del Ministero, Raniero Guerra.
Si tratta del primo importante contributo scientifico a livello europeo su un tema estremamente attuale. Il documento, “Controlli sanitari all’arrivo e percorsi di tutela per i migranti ospiti nei centri di accoglienza”, è stato elaborato nell’ambito del “Programma nazionale linee guida salute migranti, sviluppato dall’INMP in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità, a partire dall’esperienza maturata nell’ambito del Sistema nazionale linee guida, e con la SIMM, in quanto unico network scientifico specificamente volto alla tutela della salute degli immigrati e impegnato a sostenere le buone pratiche nell’assistenza sia a livello nazionale sia locale, attraverso i propri gruppi immigrazione e salute (GrIS).
La linea guida è rivolta ai decisori, agli enti gestori dei centri di accoglienza e agli operatori sociosanitari e fornirà un pratico ausilio a fronte dell’incertezza ed eterogeneità nei comportamenti adottati sul territorio nazionale.
All’elaborazione delle raccomandazioni ha lavorato un panel multidisciplinare e multiprofessionale di esperti, scelti in rappresentanza delle principali società scientifiche interessate e di istituzioni sanitarie nazionali e internazionali. È stata seguita una metodologia rigorosamente evidence-based, che ha previsto una ricognizione sistematica della letteratura biomedica sui temi d’interesse (in totale, 1.059 documenti reperiti e valutati criticamente).
Sono state prese in considerazione le principali malattie infettive e diffusive (tubercolosi, malaria, epatite B e C, HIV, parassitosi, infezioni sessualmente trasmissibili) e alcune patologie cronico-degenerative (diabete, anemie, ipertensione, carcinoma cervice uterina) la cui diagnosi precoce si associa a una riduzione degli esiti negativi per la salute e dei costi per il Servizio sanitario nazionale.
Sono state anche considerate alcune condizioni – quali la gravidanza – meritevoli di particolare tutela e in grado di modificare il percorso di accoglienza. Alla luce delle evidenze emerse, per ciascuna delle patologie e condizioni individuate, gli esperti del panel hanno elaborato delle raccomandazioni di taglio clinico-organizzativo, incardinandole all’interno di un percorso modulato e progressivo, che va dalla valutazione iniziale in fase di soccorso alla visita medica completa in prima accoglienza, fino alla “presa in carico” vera e propria nella seconda accoglienza.
Prima della pubblicazione, il documento è stato sottoposto a revisione aperta, mediante consultazione pubblica via web, per favorire un confronto trasparente, partecipato e costruttivo tra gli stakeholder e gli operatori sociosanitari, e costruire un consenso intorno alle raccomandazioni, che ne agevoli l’implementazione.
Alla guida faranno seguito altri documenti evidence-based su temi relativi alla salute dei migranti, selezionati come prioritari a partire dalle indicazioni dei rappresentanti regionali della rete nazionale coordinata dall’INMP, di esperti del settore e di qualificati stakeholder. L’insieme di tali documenti e raccomandazioni concorre alla definizione delle politiche pubbliche a tutela della salute dei migranti in un’ottica di Evidence-based Public Health e alla diffusione di modelli clinico-organizzativi che garantiscano appropriatezza e continuità delle cure.