Il distacco ha riguardato il 12% della superficie della piattaforma antartica
Roma – È grande due volte il Lussemburgo il gigantesco iceberg che si è staccato dalla piattaforma di ghiaccio Larsen C, in Antartide. A dare la notizia è stata l’Università gallese di Swansea, che dal 2014 monitora il fenomeno attraverso il progetto MIDAS.
Il nuovo iceberg è stato chiamato A68 e pesa circa 1000 miliardi di tonnellate. Ha una superficie di 5.800 chilometri quadrati, uno spessore di 200 metri ed emerge dal mare per un’altezza di 30 metri.
La frattura degli ultimi 13 chilometri è iniziata un mese fa ma il distacco completo dalla Larsen C è avvenuto nelle ultime 72 ore, come hanno spiegato i ricercatori.
L’enorme iceberg, documentato anche dalle immagini satellitari Aqua MODIS della NASA, è uno dei più grandi mai conosciuti.
Lo sviluppo della frattura nell’ultimo anno è stato monitorato utilizzando dati provenienti dai satelliti Sentinel-1 dell’Agenzia Spaziale Europea: un sistema in grado di acquisire immagini anche quando il cielo è coperto dalle nubi e per tutto il periodo invernale di buio polare.
L’enorme massa di ghiaccio, hanno aggiunto i ricercatori gallesi, non provocherà nell’immediato alcun innalzamento del mare. La piattaforma Larsen C perde però il 12% della sua superficie totale e il suo aspetto cambierà per sempre.
Il ghiaccio si riformerà ora in maniera naturale ma il timore dei ricercatori è che Larsen C possa fare la stessa fine della piattaforma vicina Larsen B, disintegrata nel 2002.
Adrian Luckman, docente dell’Università di Swansea, ha spiegato che sia la piattaforma sia l’iceberg continueranno ad essere monitorati per capirne l’evoluzione. “Può rimanere un blocco unico, ma è più probabile che si rompa in più frammenti. Parte dei ghiacci potranno rimanere nella zona circostante per decenni, mentre alcune parti dell’ enorme iceberg possono scivolare verso Nord in acque più calde” ha affermato.
Se dietro al distacco possa esserci la mano dell’uomo, attraverso i cambiamenti climatici, non è certo secondo Martin O’Leary, glaciologo dell’ateneo gallese.