Tecnici ENEA al lavoro al Museo Nazionale Romano con una tecnica innovativa
ROMA – Diagnosi hi-tech per tre statue di epoca romana della collezione Boncompagni Ludovisi di Palazzo Altemps a Roma, una delle sedi del Museo Nazionale Romano. Un team di fisici e chimici del Centro Ricerche ENEA di Frascati ha analizzato le caratteristiche nascoste di tre opere risalenti al II secolo a.C. (Ares), al I secolo d.C. (Oreste ed Elettra) e al II secolo d.C. (il Guerriero).
Per la prima volta a Palazzo Altemps sono state utilizzate tecnologie “made in ENEA” basate su una sorgente laser, un sistema ottico e un detector.
“La tecnica di analisi che abbiamo utilizzato è assolutamente sicura per l’opera d’arte. Per conoscere la composizione della sua superficie, infatti, non serve entrare in contatto con la statua né tantomeno prelevare campioni di materiale”, spiega Valeria Spizzichino del laboratorio diagnostiche e metrologia dell’ENEA.
Grazie ai sistemi hi-tech dell’ENEA è stato possibile raccogliere in poco tempo informazioni dettagliate sulla composizione delle superfici, che i restauratori di Palazzo Altemps utilizzeranno per pianificare i futuri restauri.
In particolare sono stati acquisiti dati sui segni di discontinuità, ossia le integrazioni subite dalle opere nel corso del tempo, ma anche su tracce di protettivi moderni edi patinature più antiche utilizzate nei restauri per uniformare la superficie delle opere. È il caso, ad esempio, della statua di ‘Ares’ (l’equivalente greco del dio romano della guerra Marte), le cui integrazioni portano la firma di Gian Lorenzo Bernini.
“Una volta conclusa la campagna diagnostica dell’ENEA potremo pianificare al meglio il restauro di questa opera d’arte, prima che parta alla volta della Galleria Borghese, dove è in programma nei prossimi mesi una mostra dedicata al grande scultore barocco”, conclude Laura Ruggeri, una delle restauratrici di Palazzo Altemps.
La campagna diagnostica rientra nel progetto COBRA per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, che l’ENEA sta portando avanti grazie a un finanziamento della Regione Lazio. Altri siti sono già stati oggetto di indagini diagnostiche e di monitoraggio: a Roma, la Cappella Greca nelle catacombe di Priscilla, il tempio di Minerva Medica e il fregio delle sfingi dei Mercati Traianei; a Tarquinia (Viterbo), due tombe etrusche; a Ronciglione (Viterbo), la Chiesa di San Costanzo dove si sta recuperando l’affresco della cupola; a Rieti il campanile del Duomo di Rieti.