Il Presidente della Provincia Ugo Rossi ha siglato il testo per identificazione e rimozione dell’esemplare. Animalisti sul piede di guerra
TRENTO – La caccia all’orso bruno che sabato ha ferito un uomo di Cadine, trasportato con un elicottero al pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara dove si trova tuttora ricoverato, va avanti.
Ora però, alla fase di monitoraggio si aggiunge quella di “identificazione e rimozione”. Sono gli effetti dell’ordinanza firmata dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi.
Il provvedimento arriva dopo l’attacco di un orso bruno avvenuto sabato in località Predera, nel territorio di Terlago, nel Comune di Vallelaghi.
L’ordinanza, come detto, prevede un “intervento di monitoraggio, identificazione e rimozione di un orso pericoloso per l’incolumità e la sicurezza pubblica”.
“L’ordinanza contingibile e urgente è, lo ricordiamo, il principale strumento di cui l’amministrazione provinciale dispone per la gestione di eventi straordinari come quello di due giorni fa” spiega la Provincia.
Domani si riunirà la Commissione dei 12 per l’esame della norma di attuazione depositata dalla Provincia autonoma, che, se approvata, consentirebbe alla Provincia autonoma di gestire in via ordinaria, e quindi in maniera diretta e più rapida, nel rispetto del quadro normativo nazionale ed europeo, tutto quanto concerne la presenza dell’orso in Trentino.
Continua nel frattempo l’attività di monitoraggio e presidio della zona con personale forestale sia nei 5 punti di accesso principali, anche con il compito di informare le persone che vi transitassero, sia con una squadra di emergenza di quattro persone e due cani finalizzata anche alle attività di cattura previste dall’ordinanza.
Come si legge nell’ordinanza, “il presidente, esercitando i poteri contingibili e urgenti attribuitigli dalla legge, e visto quanto disposto dal Pacobace (Piano di azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi centro-orientali) ha ordinato con l’atto firmato stamani al Servizio Foreste e Fauna, tramite il personale del Corpo forestale trentino, di procedere, nel più breve tempo possibile, ad eseguire nell’ordine le seguenti attività:
- monitorare in maniera intensiva l’area ove si è verificato l’incidente e gli areali potenzialmente interessati dall’animale, al fine di assicurare la massima prevenzione possibile a tutela dell’incolumità e della sicurezza pubblica;
- procedere nel più breve tempo possibile, a mettere in campo le azioni necessarie all’identificazione genetica ed al riconoscimento dell’esemplare che si è reso protagonista dell’incidente in oggetto, compatibilmente con i limiti tecnici insiti in tale tipo di attività;3. procedere, ad avvenuta identificazione e riconoscimento dell’animale, alla rimozione dello stesso, applicando le misure alternativamente previste dalle lettere j) e k) del medesimo Piano, che saranno disposte in relazione alle circostanze di tempo e luogo sussistenti al momento, avuto riguardo al fatto che la fattispecie comportamentale dell’animale integra il massimo livello della scala di pericolosità prevista dal Pacobace.
Insorgono gli animalisti
Come prevedibile la reazione delle associazioni animaliste non si è fatta attendere “La possibilità di catturare, detenere reclusi a vita e finanche uccidere con relativa facilità gli orsi definiti ‘pericolosi’, non si sa bene in base a quali caratteristiche, è un vero abominio” spiega l’Enpa.
“La decisione è stata assunta dal presidente della Provincia nell’immediatezza di un fatto su cui non è stata ancora fatta la dovuta chiarezza; così come non è stato neanche individuato l’esemplare che si sarebbe reso responsabile dell’aggressione. Paradossalmente, c’è l’ordinanza ma non l’ orso da catturare, visto che al momento regna la più assoluta incertezza” aggiunge l’associazione.
“Questo lascia pensare al provvedimento emanato oggi come ad un mero pretesto, all’occasione per realizzare un disegno – il massacro degli orsi – da troppi atteso con grande impazienza. Un disegno che rappresenta solo un riflesso della più generale biofobia della cattiva politica: dopo i lupi, che Galletti voleva a tutti i costi sterminare, ora il Ministro avrà potere di vita o di morte sugli poiché chiamato ad autorizzare catture e uccisioni” prosegue l’associazione animalista.
“A tale disegno animalicida, Enpa dice no. A tutti gli italiani, la stragrande maggioranza dei quali ha a cuore gli animali e non condivide in alcun modo le campagne strumentalmente allarmistiche contro essi, l’associazione chiedere di attivarsi in loro difesa aderendo alle proteste contro le istituzioni nazionali e quelle del Trentino”.
L’Ente Nazionale Protezione Animali ha già promosso un mail bombing attraverso la propria pagina Facebook e lanciato una petizione sulla piattaforma Change.org.
“La convivenza con gli orsi è possibile, ma solo adottando le misure proposte dalla scienza e dalla ragionevolezza, non certo quelle adottate sull’onda dell’emotività e per guadagnare facili consensi. Fermiamoci tutti: #NessunoTocchiOrso” conclude l’Enpa.